#myescape

Regia | Director Elke Sasse
Fotografia | Photography Fariba Nilchian, Oliver Gurr, Marcel Schmitz, Frank Lehmann, Jean Schablin,
Montaggio | Editing Janine Dauterich
Produzione | Production Berlin producers film GmbH & Co. KG
 
Germania, 2016, 90’, arabo e inglese con sottotitoli in inglese e italiano|
Arabic and English with Italian and English subtitles
 

#MYESCAPE trailer from SMHAFF on Vimeo.
#MYESCAPE narra il viaggio a cui si sottopongono i rifugiati provenienti dall’Afghanistan, dalla Siria e l’Eritrea, dal momento che le condizioni nei loro paesi sono diventate sempre più invivibili. Centinaia di migliaia si stanno lasciando alle spalle il loro paese, le famiglie e le vecchie vite, alla ricerca di un minimo di sicurezza e libertà. In molti casi, il telefono cellulare è diventato lo strumento essenziale per facilitare l’organizzazione di quelli in fuga e un compagno onnipresente grazie al quale molti hanno potuto documentare le loro esperienze.
Si è scelto di utilizzare filmati girati dagli stessi rifugiati per mostrare un resoconto di prima mano attraverso i loro occhi e le loro lenti. La fotocamera era lì con loro quando le bombe hanno colpito le loro strade e le case sono state ridotte in macerie, quando hanno rischiato la loro vita per attraversare le frontiere a piedi, in barca, in treno o in macchina.
Le loro memorie costituiscono per noi una testimonianza. Una forma di narrazione unica che ci permette uno sguardo molto personale nelle loro vite prima, durante e dopo la fuga, lasciandoci un’impressione realistica.
 
The documentary film #MYESCAPE assesses the journey that refugees from Afghanistan, Syria and Eritrea chose to undergo, as the circumstances in their home-countries became increasingly unliveable. Hundreds of thousands are leaving their countries, families and old lives behind, in search of some basic safety and freedom. In most cases, the mobile phone became a quintessential tool to facilitate the organisation of ones escape and the constant companion. This has lead many to document their experiences.
The footage chosen has been shot by the refugees themselves enabling us to show first hand accounts through their own eyes and lenses. The camera was there with them as bombs hit their streets and houses were crushed to rubble, as they risked their lives to pass borders by feet, boats, trains or cars.
Their memories provide the evidence for us. The unique form of narration allows us a very personal glimpse into their lives before, during and after their escape. It leaves us with a realistic impression.