Solo Nethanyau e Trump possono fermare la reazione a catena che si scatenerebbe con l’applicazione del loro piano. L’annessione di Israele di una parte dei territori palestinesi, che sembrava cosa fatta, potrebbe essere rimessa in discussione dalla contrarietà di alcuni partner storici degli Usa nell’area – Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti – che più o meno copertamente fanno affari anche con Israele. Non sono quindi i legittimi diritti dei due popoli, palestinese e israeliano, e neppure le timide proteste di questi giorni a poter fermare l’annessione: è una specie di nuovo “grande gioco”, lungo l’asse del business e della guerra permanente a determinare il futuro di Israele e Palestina. Con una pericolosa asimmetria: il popolo palestinese rischia di vedersi ulteriormente togliere quei pochi diritti che era riuscito a mantenere. Non c’è traccia di una nuova intifada: sembra che siano rassegnati all’annessione di una parte della terra che l’Onu e gli accordi di pace garantivano. Non la pensa così Luisa Morgantini, da sempre impegnata per una pace giusta tra israeliani e palestinesi.