Coronavirus: igiene del mondo? C’è chi non fa niente per impedirlo

“Noi vogliamo glorificare la guerra – sola igiene del mondo – il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna”. Il Manifesto futurista di Marinetti è un’anticaglia da buttare nell’immodezzaio della storia?

di Danilo De Biasio

Rileggetelo oggi quel testo di 110 anni fa, con tutte le metafore guerresche usate in questi giorni che paragonano la pandemia ad un guerra. In guerra è normale che i più deboli soccombano: è l’igiene del mondo agognato dai futuristi? A leggere le testimonianze dalle case di riposo (RSA) o dai centri per le persone disabili c’è il sospetto che le autorità lascino correre o forse si siano arrese, travolte dalla valanga del coronavirus. Qualche leader (?) politico ha agito per ignoranza o per calcolo amplificando i rischi: a metà marzo, con mezzo mondo già boccheggiante, Boris Johnson consigliava agli over 70 di non andare in crociera e annunciava la strampalata teoria dell’immunità di gregge.

In alcuni stati nordamericani – come scritto anche qui – è stato messo in conto che le persone più fragili, anziani o disabili, potessero essere scollegate alle macchine per la respirazione per lasciarle a chi ha più chance. Ovunque torna, sottotraccia, questa idea che ci siano persone sacrificabili, gente che ha terminato il suo ciclo, costi per la collettività.

Attenzione: è ipocrita negare che ogni giorno, anche quando non ci sono emergenze come il coronavirus, i medici siano chiamati a decidere chi ha più speranze. Una decisione in scienza e in coscienza, si dice in corsia. Scelte individuali, caso per caso, ponderate. Il più grande teorico dei diritti del dopoguerra, Stefano Rodotà, spiegava che la ”politica” doveva garantire che le scelte decisive delle persone non fossero condizionate dal bisogno, ma fossero libere.

Nelle nostre case di riposo, nei nostri centri per persone con disabilità si garantisce questo fondamentale diritto? I numeri sembrano dire di no. Colpa dei medici?

Qui non si fa nessun processo, ma a pandemia sconfitta dovremo ricordarci chi doveva fornire al personale sanitario i mezzi non per “rottamare” le persone anziane e fragili ma, al contrario, salvarle. Ci sono già iniziative che si pongono questo obiettivo, come il gruppo su facebook “noi denunceremo”: per ora è un gigantesco Spoon River digitale, con racconti soprattutto dalla zona bergamasca; domani promette di essere un gruppo che chiederà giustizia per chi non ha impedito che si realizzasse il delirio futurista.