Giornalisti spiati, ong silenziate: si vuole nascondere la strage

Se siete arrivati qui probabilmente vi piace scoprire tutto quello che non funziona nel nostro mondo, chi rispetta i diritti e chi li viola, chi fa traffico di migranti e chi prova a salvarli. Immagino abbiate precisi criteri di scelta: ciò che fa bene all’umanità e cosa no; chi aiuta le persone a risolvere i problemi e chi invece le intralcia. Gli ultimi sviluppi dell’inchiesta della magistratura di Trapani sulla Jugend Rettet, una ong accusata di commistione con gli “scafisti”, confermano che c’è bisogno di fare luce su questa brutta pagina, di ripartire dai fondamentali. 

Premessa d’obbligo: la magistratura deve fare il suo mestiere. Ma poi: perché diavolo ha intercettato persone estranee alle ipotesi di reato e i loro avvocati? Se c’è stato un incidente stradale prima si salvano i feriti, poi si prendono le misure e si interrogano i protagonisti dello scontro e infine si chiede ai testimoni se hanno visto qualcosa. Negli ultimi anni, da quando al Viminale c’era Marco Minniti, è successo spesso l’opposto: i naufraghi venivano lasciati in mare e i testimoni venivano accusati di essere complici di chi aveva organizzato i traffici. Perché gli operatori delle ong e i giornalisti sono stati trattati così, criminalizzati? C’è una sola spiegazione: non dovevano testimoniare le centinaia di morti in mare e i traffici loschi che apparati degli stati, Italia compresa, hanno ingaggiato con gruppi paramilitari o criminali che lucrano sui migranti. 

Gli ultimi sviluppi dell’inchiesta di Trapani, svelati in primis da Andrea Palladino su “il Domani”, aggiungono un tassello di conferma: il caso più clamoroso è quello della free lance Nancy Porsia, neppure indagata, intercettata mentre parla con la sua avvocata, spesso di vicende diverse da quelle che interessavano la procura siciliana. Quante Nancy Porsia sono state spiate? E perché? Impossibile non scorgere un obiettivo intimidatorio partito proprio dal Viminale: le ong devono essere bloccate in ogni modo, i giornalisti non devono vedere. 

Torniamo all’inizio di questo ragionamento: se state leggendo questo articolo è perché vi interessa capire cosa succede nel mondo, quali ingiustizie si compiono. Se i giornalisti vengono intimiditi, se vengono svelate con queste intercettazioni le loro fonti riservate, non potrete più saperlo. Questo è il motivo principale per criticare l’approccio dei magistrati trapanesi, per esprimere vicinanza ai giornalisti: stanno mettendo in discussione il diritto ad informare ed essere informati. 

Il Festival dei Diritti Umani ha deciso di mandare in diretta l’iniziativa di Articolo21 in solidarietà con i giornalisti spiati. Ci sarà Nancy Porsia e la sua avvocata Alessandra Ballerini, Nello Scavo, Sergio Scandura e Francesca Mannocchi, l’autore dello scoop Andrea Palladino, il presidente e il segretario della FNSI Beppe Giulietti e Raffaele Lorusso. Appuntamento alle 17.30 di martedì 6 aprile sulla pagina Facebook del Festival dei Diritti Umani.