Vecchi dittatori, nuove guerre: l’attacco turco ai curdi.

La mobilitazione al fianco dei curdi si deve accompagnare ad un ferma richiesta a fermare la vendita di armi alla Turchia. Ma contemporaneamente è utile studiare perché in questo momento si intensificano forme moderne di conflitti, sempre più asimmetrici, sempre meno definiti nella loro dimensione territoriale o nelle alleanze. In parole più semplici chi sta attaccando il territorio curdo? Gli inviati di guerra ci riportano di truppe regolari turche insieme a tagliagole di Daesh motivati da vendetta contro chi – le forze curde – li avevano sconfitti. Come sono schierate le superpotenze? A quanto pare Usa e Russia sembrano chiamarsi fuori, ma ciò equivale a parteggiare per Erdogan. Perché lo fanno? Per un nuovo assetto territoriale che stabilizzi un’area frammentata o esattamente per l’opposto, cioè creare le condizioni di instabilità che arrichiscano economie parallele e trafficanti di armi e uomini?

Per rispondere a queste domande è utile vedere il dibattito che nell’ultima edizione del Festival dei Diritti Umani ha visto come protagonisti Mary Kaldor, autrice di “Le nuove guerre”, Davide Grasso scrittore, che ha combattuto in Siria con i curdi dello YPG, Marina Calloni professoressa di Filosofia sociale e politica all’Università Milano-Bicocca. Coordinava il talk la giornalista Rai Azzurra Meringolo.

 

La foto di copertina è di Leonardo Brogioni.