Pierre Morath Svizzera / Francia / Belgio, 2016 l 100′ l DCP l colore l v. o. sott. It.
Fotografia e montaggio: Thomas Queille
Musiche: Kevin Queille, Polar
Suono: Nicolas Samarine
Grafica e animazioni: Ramon et Pedro
Voce: Philippe Torreton
Con: Bobbi Gibb, Kathrine Switzer, Noël Tamini, Fred Lebow, Steve Prefontaine, Franck Shorter
Produttori: Fabrice Estève, Jean-Marc Fröhle, Marie Besson, David Rihs, Christian Popp, Samuel Tilman
Produzione: Point Prod, YUZU Productions, Eklektik Productions, Arte France Cinéma, RTS – Radio Télévision Suisse
Vendite internazionali: Jour 2 fête
Distribuzione italiana: Kitchen Film
Dalle strade di New York ai sentieri delle Alpi svizzere, da Sao Paulo a Parigi, Pechino o Sydney, la corsa è una pratica che unisce milioni di persone in tutto il mondo. Ma quest’attività sportiva, mezzo di libera espressione del corpo, non è sempre stata così semplice: nel corso dei decenni, la progressiva affermazione della corsa è costellata di episodi che si intrecciano con i più significativi momenti di passaggio della società, come le lotte per l’emancipazione femminile. Le donne hanno dovuto lottare persino per ottenere il semplice diritto di correre. Da Bobbi Gibb e Kathrine Switzer (le prime donne a partecipare alla maratona di Boston) a Fred Lebow (l’inventore della maratona di New York) e Steve Prefontaine (il James Dean delle piste), un inno al grido di Liberté, Égalité, Course à pied.
Storico, giornalista ed ex atleta, Pierre Morath è nato a Ginevra nel 1970. Ritiratosi dall’attività agonistica per un grave infortunio al tendine di Achille, nel 2005 ha prodotto e diretto il suo primo documentario, Les Règles du jeu, ritratto del mondo dell’hockey su ghiaccio. Il lavoro successivo, Togo (2008), è ambientato nel Paese africano durante i Mondiali di calcio del 2006, quando la prima storica qualificazione della nazionale ha evitato una guerra civile ormai alle porte. Dopo aver realizzato Tu seras champion mon fils (2008) per la televisione svizzera, Morah ha girato Chronique d’une mort oubliée (2012), ricostruzione del caso di Michel Christen, l’uomo trovato morto nel 2005 nel suo piccolo appartamento a Ginevra: Christen era deceduto in un quartiere residenziale della città 28 mesi prima, ma mai nessuno era andato alla sua ricerca.
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