«Proprio perché la guerra è tra noi, occorre agire in controtendenza; è urgente alzare, allargare lo sguardo, aprirsi al mondo, conoscere l’importanza dei diritti umani, quanta sofferenza provochi negarli, quanta fatica occorra per conquistarli, quanto sia importante curarli»
Così Danilo De Biasio, direttore del Festival dei Diritti Umani di MIlano, alla sua prima edizione. Ha sottolineato il cammino di un insieme di diversi linguaggi e format, visioni, concorsi, dibattiti, laboratori e partecipazione di chi opera sul campo, nelle scuole, dentro la società.
Vedere, appassionarsi, emozionarsi per quella compassione che nel suo senso etimologico più pieno – il ‘sentire insieme’ greco – porta la persona a interessarsi. Giancarlo Bosetti, di Reset Diritti Umani, che promuove il Festival, ha richiamato proprio questo aspetto: avvicinare ciò che sembra lontano e invece ci riguarda, tutti, sviluppare sensibilità, trovare chiavi interpretative per una lotta per i diritti che non deve calare a pioggia alle latitudini e tradizioni più diverse, ma entrare in dialogo per agire. Quindi conoscere, quindi informarsi, vedere.
L’occhio torna in tutti i pensieri di chi ha aperto questa edizione del festival: ne ha parlato la vicesindaca Francesca Balzani, ed è l’occhio dell’accorgersi di diritti solo quando sono schiacciati, senza imparare a riconoscerli per curarli sempre, come collante vero e universale dell’umanità. O nelle parole e l’esperienza dell’avvocato Paolo Bernasconi, presidente di Reset Diritti Umani, quando racconta delle esperienze in terra elvetica e di platee che escono da proiezioni e dibattiti con una consapevolezza che aiuta a uscire dagli egoismi.
L’occhio, il nostro occhio, ha guardato la platea di una presentazione al pubblico di sei giorni di cui vi forniamo, qui sotto, tutte le informazioni. Occhio e sguardo dei testimoni, il mondo delle Ong invitato e presente al Festival, lo sguardo dei registi, quello dei testimoni su due grandi temi: i diritti delle donne e la Tunisia. E lo sguardo di un fotografo, quello che vincerà il contest organizzato e messo a crowdfunding dal Festival per arrivare a commissionare in maniera collettiva un reportage sui diritti dopo una selezione normata e regolamentata.
Tante le presenze, tanti i momenti da raccontare, fra cui la mostra insieme ad Amnesty International con scatti di Leila Alaoui, la fotografa franco-marocchina uccisa in un attentato a Ouagadougu all’inizio di quest’anno.
Ve li sveleremo quotidianamente sul nostro sito e sui social del Festival. Intanto qui trovate:
Programma
Presenza Ong
Crowdfunding e Contest fotografico
Si parte. Io alzo lo sguardo. Passaparola.
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