Una guerra infinita. Quelle che insanguina la zona dei grandi laghi, nord e sud Kiwu e Ituri, fra Repubblica Democratica del Congo, Uganda e Rwanda.
Testo e foto di Alessandro Rocca
Una guerra silenziosa, per il controllo di una zona ricca di materie prime, fra tutte il coltan, un minerale indispensabile per l’industria elettronica. Ma anche oro, stagno, tantalio, tungsteno e diamanti, tutti estratti ed esportati in modo quantomeno dubbio dalle molte fazioni e gruppi paramilitari che nel corso degli anni sono state armate da paesi vicini o dalle grandi potenze.
Una guerra che secondo alcune stime ha creato oltre 5 milioni di morti e centinaia di migliaia di profughi, oltre a 2.7 milioni di sfollati interni. Le vittime delle guerre sono prime fra tutte le donne e i loro bambini. “Una delle caratteristiche principali della guerra congolese è la sua estrema complessità, che rende difficile una soluzione: si tratta, in effetti, di un conflitto multidimensionale dove la violenza è divenuta uno strumento “normale”, e per certi versi efficace, di affermazione politica.”