Make borders open again!

Chi chiude le frontiere vuole impedire la libertà di pensiero: teniamo aperti i nostri confini.
di Danilo De Biasio
Direttore Festival dei Diritti Umani di Milano
L’ordine esecutivo firmato dal Presidente statunitense Donald Trump che blocca le persone provenienti da sette nazioni è particolarmente odioso perché seleziona, sulla base della religione e degli interessi economici, un pezzo di umanità che avrebbe bisogno di speranze e aiuti concreti.
Il bando di Trump ha, tra gli effetti collaterali, anche quello di bloccare una componente essenziale del nostro immaginario: alle frontiere sono bloccati anche gli artisti.
Alla vigilia della notte degli Oscar fa notizia, in particolare, l’impossibilità di registi e attori di raggiungere gli Stati Uniti. Il cinema, come tutte le arti, dovrebbe appartenere a tutti, non dovrebbe essere sottoposto a restrizioni in nome della razza o della religione. È vero: i film sono stati utilizzati anche per veicolare messaggi identitari, ma il buon cinema permette di conoscere altre culture e smentire i luoghi comuni.
Come Festival dei Diritti Umani abbiamo deciso di lanciare una petizione, rivolta prioritariamente ad altre iniziative simili, ma aperta a tutti, per non rimanere silenziosi di fronte alle pericolose iniziative del Presidente Trump: invitiamo noi gli artisti discriminati dal bando, facciamo in modo che si vedano ovunque i film provenienti da quelle nazioni della black list.
Sono già arrivate le prime adesioni e auspichiamo che ne arrivino molte di più. Non farà cambiare idea a Trump, ma speriamo apra la mente a tanti.
 

Make borders open again!
Closing borders means closing our minds.
The Executive Order of the President of the US Donald Trump against people from seven countries (Syria, Iraq, Iran, Libya, Sudan, Yemen and Somalia) is particularly shameful because it affects even those who are deeply in need of protection and hope.
Among the collateral effects of this ban there is also the limitation of the free circulation of ideas, knowledge and culture.
Cinema represents a fundamental cultural offer, a key to understand the other and to fight stereotypes. We, the organizers of festivals and cultural events, cannot silently go through this: if women and men, directors and actors coming from the countries banned by Trump cannot participate to important events in the US – such as the Night of the Oscar – we will invite them to our festivals and cultural events and make the borders open again.
 
Riapriamo le frontiere del pensiero!
Chiudere le frontiere significa chiudere le nostre menti.
L’ordine esecutivo del Presidente statunitense Donald Trump contro le persone provenienti da sette nazioni (Siria, Iraq, Iran, Libia, Sudan, Yemen e Somalia) è particolarmente odioso perché colpisce anche i più bisognosi di protezione e speranza.
Ma con quel bando, tra gli effetti collaterali, c’è anche la limitazione della libera circolazione delle idee, del sapere, della cultura.
Il cinema rappresenta un’offerta culturale importante, una chiave per conoscere l’altro da sé e combattere gli stereotipi. Noi, organizzatori di festival ed eventi culturali, non possiamo subire in silenzio: se registi e registe, attori e attrici provenienti dalle nazioni messe al bando dal presidente Trump non potranno partecipare a importanti appuntamenti negli Usa – come “la notte dell’Oscar” – saremo noi a invitarli ai nostri festival ed eventi culturali, per riaprire le frontiere del pensiero.

 

Primi firmatari

Danilo De Biasio, direttore Festival dei Diritti Umani – Milano

Fabio Laurenzi (COSPE), direttore Mediterraneo Downtown

Jonathan Ferramola (COSPE), co-direttore Terra di Tutti Film Festival

Vanessa Tonnini, festival film programmer

Barbara Sorrentini, direttore Festival dei beni confiscati alle mafie

Olmo Giovannini, co-direttore Film Festival Diritti Umani – Lugano

Antonio Prata, co-direttore Film Festival Diritti Umani – Lugano

Lucia Gotti Venturato, presidente Sole Luna Doc Film Festival di Palermo e Treviso

Gianfilippo Pedote, produttore cinematografico

Leo Kaneman, presidente e fondatore Human right film festival FIFDH Zurich e Geneva

Sergio Di Giorgi, selezionatore Festival Sguardi Altrove

Giulia Grassilli, direttore Festival Human Rights Nights

Sascha Lara Bleuler, direttrice Human Rights Film Festival Zurich

Francesco Clerici, regista

Marina Spada, regista

Maurizio Porro, critico cinematografico

Gabriele Porro, critico cinematografico

Paolo Bernasconi, Coordinatore dei Festival del Film e Forum per i Diritti Umani di Lugano, Milano e Zurigo

Alberto Veronesi, direttore d’orchestra

Alessandro Bertante, scrittore

Matteo Scanni, DIG Awards

Laura Zagordi, direttore Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti

Gabriella D’Agostino, direttore scientifico Sole Luna Doc Film Festival

Isabelle Gattiker, International Film Festival and Forum on Human Rights (FIFDH), Geneva

Luciano Rigolini, produttore cinematografico

Vito Robbiani, regista

Chiara Zanini, critica cinematografica e operatrice culturale