Si può riderci sopra e ricordare la nostra gioventù quando insieme ai quotidiani si acquistavano videocassette, pettini, presine per la cucina. Oppure si può essere preoccupati per la decisione del quotidiano Libero di allegare al giornale una pistola lancia-spray al peperoncino.
Credo ci sia da preoccuparsi.
di Danilo De Biasio
Ovviamente è una trovata spregiudicata di marketing e anche noi, parlandone, li aiutiamo a farsi pubblicità. Libero vende 18mila copie e deve fare caciara se vuole sperare di farsi largo nel mondo sempre più affollato dei giornali sovranisti e filo-Salvini.
Ma la scelta di incitare i lettori a comprare un’arma per autodifesa, giustificandola – come fa Vittorio Feltri – paragonando l’Italia alla savana dove i leoni cacciano le gazzelle è un punto di non ritorno. Perché se è assai probabile che non verranno vendute migliaia di pistole al peperoncino, è altrettanto vero che la proposta si inserisce nella strategia della tensione che il Ministro dell’Interno sta costruendo giorno per giorno.
Con le continue provocazioni a senso unico sui reati commessi da stranieri, con le iniziative legislative per diminuire i controlli sulle armi e ampliare la casistica della legittima difesa. L’una è conseguenza dell’altra e insieme rischiano di regalare all’Italia un futuro alla Columbine. E l’operazione di Libero è funzionale allo scopo.
Un’ultima nota. Compito di un quotidiano dovrebbe essere informare e non vendere armi con lo sconto. Compito dei giornalisti sarebbe informare, non supportare con fake-news le politiche di questo o quel governo. Non domandiamoci perché è crollata la credibilità della stampa, ma domandiamoci perché l’intera categoria non alza la voce per fermare questa deriva.
Credo ci sia da preoccuparsi.
di Danilo De Biasio
Ovviamente è una trovata spregiudicata di marketing e anche noi, parlandone, li aiutiamo a farsi pubblicità. Libero vende 18mila copie e deve fare caciara se vuole sperare di farsi largo nel mondo sempre più affollato dei giornali sovranisti e filo-Salvini.
Ma la scelta di incitare i lettori a comprare un’arma per autodifesa, giustificandola – come fa Vittorio Feltri – paragonando l’Italia alla savana dove i leoni cacciano le gazzelle è un punto di non ritorno. Perché se è assai probabile che non verranno vendute migliaia di pistole al peperoncino, è altrettanto vero che la proposta si inserisce nella strategia della tensione che il Ministro dell’Interno sta costruendo giorno per giorno.
Con le continue provocazioni a senso unico sui reati commessi da stranieri, con le iniziative legislative per diminuire i controlli sulle armi e ampliare la casistica della legittima difesa. L’una è conseguenza dell’altra e insieme rischiano di regalare all’Italia un futuro alla Columbine. E l’operazione di Libero è funzionale allo scopo.
Un’ultima nota. Compito di un quotidiano dovrebbe essere informare e non vendere armi con lo sconto. Compito dei giornalisti sarebbe informare, non supportare con fake-news le politiche di questo o quel governo. Non domandiamoci perché è crollata la credibilità della stampa, ma domandiamoci perché l’intera categoria non alza la voce per fermare questa deriva.