L’impegno della Bicocca per il diritto allo studio di dieci studenti yazidi

di Fabrizio Ravelli
da la Repubblica – ed. Milano, 20/09/2016, pg. 1

L’altro giorno una piccola notizia mi è sembrata importante, ed era questa: l’università Bicocca ospiterà dieci studenti yazidi, garantendo loro vitto e alloggio oltre alle rette universitarie. Non so chi abbia avuto questa idea, ma è un’idea buonissima. Innanzitutto perché mette l’attenzione su un popolo sfortunato e perseguitato.
Gli yazidi sono curdi di una religione del tutto pacifica, ma ritenuti apostati e adoratori del diavolo dall’estremismo islamista. Il diavolo non c’entra nulla: le loro divinità sono i Sette angeli, e il più importante è l’Angelo Pavone. È una religione più antica dell’islamismo e del cristianesimo.
Dal 2014 il cosiddetto Stato islamico ha sterminato decine di migliaia di yazidi nel nord dell’Iraq. Le fosse comuni di questo genocidio sono state localizzate dai satelliti, forse un giorno ne sapremo di più. Le donne sono state catturate e rese schiave sessuali: una di quelle che sono riuscite a fuggire è appena stata nominata rappresentante Onu del dipartimento sulla tratta di esseri umani. Si chiama Nadia Murad, l’abbiamo ascoltata a Milano mesi fa al Festival dei diritti umani.


Ma la scelta dell’università Bicocca è importante anche per un altro motivo. Nella grande onda della migrazione verso l’Europa molte intelligenze vengono mortificate, e molto studio cancellato.
È quindi importante garantire a queste persone, e soprattutto ai ragazzi, la possibilità di studiare e mettere a frutto le proprie doti. Una branda e dei pasti regolari per i migranti in fuga dalla guerra sono fondamentali, ma non sono tutto.
 

Comunicato Stampa dell’Università di Milano-Bicocca

L’Università di Milano-Bicocca accoglie dieci studenti Yazidi

Milano, 13 settembre 2016 – L’Università di Milano-Bicocca accoglie fra i propri studenti dieci giovani di religione Yazida per consentire loro di riprendere gli studi interrotti a causa dei conflitti armati e delle occupazioni nell’area mediorientale.
L’Ateneo ha accolto la richiesta d’aiuto lanciata dall’associazione Yazda in occasione dell’incontro con Nadia Murad, il 4 maggio in Aula magna, che aveva evidenziato la dura realtà con cui i giovani Yazidi si confrontano quotidianamente.
L’Università di Milano-Bicocca, traducendo in pratica una presa di posizione contro ogni forma di discriminazione, ha deliberato di ospitare i dieci studenti per dar loro la possibilità di riprendere gli studi. Alcuni avevano interrotto un corso di laurea magistrale, mentre altri iniziano adesso il triennio: l’Ateneo si farà carico del pagamento del vitto, dell’alloggio e delle rette dei corsi di studio.
I dieci studenti Yazidi frequenteranno corsi di italiano e potranno iscriversi a corsi di laurea che non prevedono un accesso a numero programmato gestito a livello nazionale (ad esempio Medicina e Chirurgia). Tuttavia, quelli tra loro che fossero interessati a frequentare corsi come Medicina e Odontoiatria potranno comunque seguire quest’anno i singoli insegnamenti e sostenere i test d’accesso l’anno prossimo, con la possibilità, nel caso li superassero, di vedersi riconosciuti i crediti formativi già maturati.
Così Nadia Murad, attivista Yazida di 23 anni, ha commentato la notizia su Twitter: «Sono molto grata all’Università di Milano-Bicocca per aver accolto alcuni degli studenti più svantaggiati al mondo, vittime di genocidio. Questo significa molto per tutti noi».
Gli Yazidi sono un gruppo etnico-religioso principalmente diffuso in Medio Oriente fra Iraq, Iran, Siria e Turchia. Alcune minoranze vivono anche in Armenia, in Georgia e, dopo l’emigrazione, in Germania. Nadia Murad Basee Taha è una donna Yazida di 23 anni, riuscita a sopravvivere alle violenze dell’ISIS dopo essere stata rapita e venduta a gruppi di miliziani nel 2014. Da allora, Nadia ha deciso di fare del suo trauma una forza: la sua missione consiste nel denunciare alle Nazioni Unite, alla Corte Penale Internazionale e all’opinione pubblica mondiale il genocidio degli Yazidi e i crimini contro l’umanità.