Appassionata di America Latina, Cecilia Rinaldini ha seguito a lungo le lotte dei movimenti sociali per la difesa dell’acqua come bene comune e delle risorse naturali ed energetiche, per la sovranità alimentare e la giustizia sociale. E si è dedicata per anni alla questione dei desaparecidos, in Argentina e non solo. Come inviata speciale della redazione esteri ha coperto la crisi ucraina dalla rivolta di Maidan all’annessione della Crimea fino alla guerra nel Donbass. Ha seguito la politica spagnola, con la crisi del bipartitismo e l’affermazione dei nuovi partiti Podemos e Ciudadanos, la crisi della Catalogna e la fine dell’Eta. Con l’ondata migratoria del 2015 ha raccontato l’esodo dei profughi a partire dalle isole greche lungo tutta la rotta balcanica fino all’Ungheria dei muri, all’Austria che via via si chiude ai migranti, alla Germania che accoglie un milione di richiedenti asilo ma vede crescere formazioni xenofobe e anti-islamiche come l’AFD, alla Polonia che – come gli altri paesi del gruppo di Visegrad – rifiuta di ricollocare rifugiati sul proprio territorio, e alla Francia che blinda le sue frontiere con l’Italia.