Se attraversando la strada vedessimo in lontananza un’automobile venirci addosso a tutta velocità avremmo due possibili soluzioni: aspettare l’impatto disastroso o scansarci senza badare se quell’automobile colpirà qualcun altro.
di Danilo De Biasio
direttore del Festival dei Diritti Umani
I giovani che hanno lanciato l’iniziativa #fridays4future stanno proponendo una terza soluzione: imporre a quell’automobile di rallentare, per evitare che faccia del male a chiunque.
Greta Thunberg e i giovani che si stanno mobilitando per la salvaguardia dell’ambiente – ovvero della sopravvivenza di tutti i viventi – non pensano all’oggi, si pre/occupano del domani. Il loro futuro, appunto. Ma è il contrario di una lotta egoista (o egologista, come la definerebbero le aziende inquinanti): è la battaglia più solidale, aperta, lungimirante che si sia vista negli ultimi anni. I giovani che si mobiliteranno il 15 marzo in tutto il mondo si preoccupano del nostro comune futuro.
E’ un cambio di paradigma: sono lontani i tempi dei Sex Pistols che saturavano il microfono urlando “no future” anticipando l’epoca della precarietà; i giovani sopravvissuti alle stragi nelle scuole statunitensi sono passati dalla “march for our future” alla richiesta rivolta ai loro coetanei di iscriversi nelle liste elettorali e scegliere i parlamentari che chiedono il controllo delle armi. Greta Thunberg e i suoi coetanei sono immersi nel presente e lo vogliono cambiare, a partire dai diritti fondamentali: aria, acqua, terra. Gli stessi che abbiamo voluto affrontare, solo pochi mesi fa, nella terza edizione del Festival dei Diritti Umani. Scrivevamo che lo sfruttamento vorace ed egoista dei beni comuni era la più grande violazione dei diritti umani, perché toglieva a tutti, per un beneficio effimero e di pochi. Ecco perché abbiamo aderito a alla mobilitazione del 15 marzo. Perché non basta lamentarsi dell’inquinamento, delle microplastiche, del cambiamento climatico: occorre guardarsi dentro e agire.
Uno degli organizzatori dell’iniziativa mondiale ci ha detto: “non sappiamo ancora se #fridaysforfuture è un movimento o solo un hashtag”. Perché diventi un movimento in grado di sovvertire la distruzione dell’ecosistema dipende da ciascuno di noi.
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