Greetings from Fukushima

Germania, 2016 | 104′ | b/n | versione originale | sottotitoli italiano

Prima visione italiana

Regia | Doris Dörrie
Sceneggiatura | Doris Dörrie
Fotografia | Hanno Lentz
Montaggio | Frank Müller
Scenografia | Clémence Pétiniaud
Musiche | Hulrike Haage
Cast | Rosalie Thomass, Kaori Momoi, Nami Kamata, Moshe Cohen, Honsho Hayasaka, Nanoko, Aya Irizuki
Produzione | Harry Kügler, Molly von Fürstenberg, Ruth Stadler
Vendite internazionali | The Match Factory

Greetings from Fukushima
Marie, giovane donna tedesca, decide di lasciare la Germania e vola a Fukushima per cambiare la sua vita. Raggiunge alcuni membri della compagnia Clowns4help con la speranza di portare un po’ di gioia ai sopravvissuti del disastro nucleare causato dal terremoto del 2011. Ma si rende subito conto di essere poco adatta a quel lavoro e, invece di scappare di nuovo, decide di restare con Satomi, una delle ultime geishe di Fukushima, intenzionata a tornare nella sua vecchia casa oramai in rovina e abbandonata come altre nella ex zona di esclusione radioattiva. Due donne che non potrebbero essere più diverse, si ritrovano, grazie alla loro amicizia, a dovere fare i conti con il proprio passato, nel tentativo di liberarsi dalla colpa e dal peso della memoria.

Girato proprio nelle zone della catastrofe, con una troupe molto leggera, il film è un delicato racconto che non esclude la realtà. Un dramma su ciò che resta e su come continuare a vivere. Un racconto poetico ed universale sulla vita e sull’abbandono, in uno scenario, a tratti apocalittico, di un paese tutt’ora segnato da un disastro ecologico e umano difficili da cancellare. Greetings from Fukushima è stato presentato nella sezione Panorama del Festival di Berlino.

Doris Dörrie è una regista e scrittrice tedesca, nata nel 1955, ha studiato cinema e recitazione tra gli Stati Uniti e la Germania. Oggi ha al suo attivo più di venti lavori tra documentari, lungometraggi di finzione e film per la tv, e molti riconoscimenti. Con Greeting from Fukushima, la regista torna in Giappone, un paese verso il quale ha sempre mostrato un particolare interesse e in cui ha ambientato alcuni dei suoi precedenti lavori (Erleuchtung garantiert, Cherry Blossoms…). Il suo cinema, intimo e delicato, spesso ispirato alla letteratura, pone al centro dei suoi racconti la condizione e la rivalsa dell’universo femminile, attraverso una visione sempre autentica della realtà.