Homeland

 

 

         fotografie di Stefano Stranges – ongoing project 2012-2019

L’uomo trasforma ogni luogo in una casa. In questo spazio fisico e relazionale l’essere umano non solo sopravvive, ma soprattutto vive. Casa è l’habitat in cui l’uomo si ripara, si rifugia, si incontra con altri uomini e condivide con questi sentimenti e quotidianità. Il concetto di casa e quello di comunità si intrecciano, illuminandosi a vicenda. “Casa” è ogni spazio abitato e coabitato. Per questo gli uomini riescono a costruire il proprio nido anche in mancanza di pareti, porte e finestre. Homeland è una ricerca che come un treno attraversa diverse regioni del mondo ed esplora su un doppio binario il processo di ri-costruzione fisica e emotiva di una dimora, nonostante gli sradicamenti culturali e le difficoltà materiali di coloro che le abitano. Ogni parte del progetto nasce vivendo in ogni luogo come ospite, per poterne riportare, tramite le fotografie, condizioni di vita materiali e affettive, emotive quindi relazionali. Fra le mura di gravi disagi e nello spazio circoscritto da condizioni abitative apparentemente proibitive, dimorano con questi uomini anche la progettualità, la speranza, la gioia, la condivisione, il senso della famiglia e di appartenenza a una comunità. Questa ricerca sociale ambisce a dimostrare come gli uomini siano in grado non solo di mettere radici nel più arido dei deserti, ma anche di fare ombra.