Sono i richiedenti asilo che vivono nel vicino Cas di via Corelli. I tassisti li avvicinano, fanno amicizia. E in poco tempo nasce la sfida: correre insieme la Maratona di Milano del 2 aprile.
Il percorso è lungo, ma costellato di preziosi alleati che ristorano muscoli e spirito.
Si attivano i volontari dell’associazione NoWalls, che al Centro di accoglienza via Corelli gestiscono la scuola e i progetti sportivi e di integrazione.
I tassisti si rivolgono all’organizzazione della maratona: in poco tempo si trovano gli sponsor. Arrivano vestiti, scarpe per la corsa e un preparatore atletico. Per l’ultimo allenamento, sabato prima della gara, c’è anche un maratoneta professionista: Danilo Goffi.
Mancano gli ultimi controlli medici, anche quelli offerti da uno sponsor. E poi è solo questione di gambe e cuore, per affrontare in staffetta i 42 km e 195 metri della maratona.
“La giornata è iniziata con quattro tassisti che sono venuti a prendere i 16 corridori al centro di via Corelli, sembrava la carrozza di Cenerentola” – racconta Roberta De Palo, volontaria di No Walls.
I sedici atleti, maliani, somali, ivoriani, etiopi, eritrei, senegalesi, divisi in quattro squadre, sono andati fortissimo: la prima staffetta ha portato a termine la gara in 2h54’58”.
Al traguardo mi hanno detto: “Troppo facile, vogliamo correre ancora” – aggiunge Roberta De Palo. Erano “felici, felicissimi. Vederli sorridere dopo tutto quello che hanno passato – perché tutti loro sono passati dal viaggio in Africa, alla detenzione in Libia, fino alla traversata del Mediterraneo con il barcone – è stata una grande gioia”. E ora?
“Ora speriamo che possano correre ancora”.
Ascolta il racconto di Roberta De Palo