LEA

Regia Marco Tullio Giordana Fotografia Roberto Forza
Montaggio Francesca Calvelli Produzione RaiFiction, Bibi Film
Italia, 2015, 95’, italiano
 
Ci sono terre in cui nascere donna vuol dire non essere libere. Di studiare, di lasciare un marito che non si ama più, di sognare per i propri figli un futuro diverso da quello criminale. Petilia Policastro, feudo della ‘ndrangheta in provincia di Crotone, è una di queste terre. Qui nasce Lea Garofalo. Un destino segnato: il fratello, Floriano, è il capocosca locale, il compagno, Carlo, uno dei suoi uomini più fidati. Gestisce per conto della famiglia spaccio e usura a Milano. Ma Lea è troppo vitale per accettare quella vita, troppo fiera di essere madre. Per sua figlia Denise vuole un futuro di libertà, non di paura. Lascia il marito, rivela i suoi traffici alla giustizia. Una sfida inaccettabile alle regole della criminalità. Il 24 novembre del 2009 Lea scompare. Denise non è che una ragazzina, potrebbe credere a quello che le racconta il padre e che dicono tutti: Lea se n’è andata, l’ha lasciata sola. Ma Denise non ci sta. Coraggiosamente denuncia il padre e permette di individuare tutti i responsabili dell’omicidio. Condanne pesanti, confermate in Cassazione: ergastolo per Carlo e i suoi complici. Denise oggi è ancora giovanissima, nemmeno ventitré anni. La sua vita sarà forse in salita ma davanti a sé ha un futuro che nessun boss, padre o zio, potrà più portarle via.
There are places where being a woman means to be born without freedom. Petilia Policastro, ‘ndrangheta (a type of mafia) domain in the province of Crotone, is one of these territories and the homeland of Lea Garofalo. Her fate was sealed: her brother is the local gang boss and her boyfriend is one of his most trusted men. But Lea is too vital to accept this life, too proud to be a mother. For her daughter Denise wants a future of freedom, not of fear. She leaves her husband and reveals his trades to justice: an unacceptable provocation to criminal rules.