Libero Gabriele, liberi tutti.

di Danilo De Biasio, Direttore del Festival dei Diritti Umani di Milano
Gabriele Del Grande è libero. Libero di tornare a casa dopo due settimane di prigione in Turchia. Non sappiamo però quanto sarà libero di tornare a fare il suo mestiere in quelle zone di guerra. Perché il messaggio che le autorità turche hanno mandato è evidente: anche se sei straniero decidiamo noi quanto puoi scrivere su ciò che accade lì. Le sue prime parole sono state di solidarietà verso i detenuti, in particolare per tutti i giornalisti imprigionati.
In Turchia, secondo l’OSCE, «dal luglio 2016 sono stati chiusi 158 media, incluse 60 televisioni e radio, 19 giornali, 29 case editrici e 5 agenzie […] 150 giornalisti arrestati». Gabriele Del Grande o il turco-tedesco Deniz Yucel sono solo uno dei tanti intralci all’autoritarismo di Erdogan.
Perché questo è il problema: oltre alla solidarietà per ciascuno di loro, oltre alla stima per il loro lavoro, va sottolineato che quei giornalisti sono finiti in manette perché ontologicamente avversari del dispotismo. La funzione della libera stampa è proprio questa: non credere alle verità precostituite, smontare gli stereotipi, sfidare la ragion di stato. Per un Gabriele Del Grande finalmente libero, troppi sono ancora incastrati nelle censure e nei condizionamenti. Per questo abbiamo deciso di dedicare il prossimo Festival dei Diritti Umani alla libertà d’espressione, perché è un pilastro della democrazia.
Ti aspettiamo, Gabriele. Aspettiamo tutti voi.
 
Credits: Gianluca Costantini, per l’immagine in evidenza.