Quando un gesto politico diventa gioco bisogna essere contenti, perché vuol dire che è riuscito a superare la barriera del dibattito per pochi eletti. Gli aquiloni per chiedere la liberazione di Patrick Zaki sono stati pensati esattamente per questo motivo: portare la denuncia per l’ingiustizia subita dallo studente egiziano in modo semplice, a più persone possibile. Ai bambini che si godono gli ultimi sprazzi di mare, agli hobbisti del volo, agli spettatori con il naso all’insù.
Domenica 10 ottobre si sono alzati in volo – vento permettendo – 3 aquiloni per Patrick Zaki: alla marcia Perugia-Assisi e alle iniziative “One sky one world” di Foligno e Spotorno. I disegni erano quelli di Gianluca Costantini, oramai riconosciuto a livello mondiale perché mette a disposizione la sua matita per i diritti umani. La sagoma di Patrick Zaki – un ragazzone con occhiali tondi e capelli ricci – è volata insieme a coloratissimi oggetti volanti dalla forma di stella, cicogna, il piccolo marziano del film ET…
Servirà a liberarlo dalle carceri egiziane dove è rinchiuso da quasi due anni? Un solo gesto non ha mai liberato un prigioniero di coscienza: è la campagna, il “martellamento” sui social, sui media, nelle associazioni del Terzo Settore, il coinvolgimento dei comuni – che in tanti hanno nominato Patrick Zaki cittadino onorario – e dei parlamentari che hanno chiesto al governo Draghi (che però non ha ancora risposto!) di dargli la cittadinanza italiana che possono spingere la diplomazia a darsi da fare con il Governo egiziano. Questo è il punto: su un piatto della bilancia ci sono gli affari, il petrolio, le forniture militari, l’influenza del regime sul traffico di esseri umani e sul caos mediorientale; sull’altro piatto ci sono i diritti umani, la libertà d’espressione, l’arbitrio dei carcerieri, una magistratura asservita a Al-Sisi. Il governo italiano ha scelto per ora il business, sacrificando i diritti. Anche per il caso Regeni.
Una domenica di ottobre qualche migliaio di persone in più ha saputo, grazie alla leggerezza dello “Zaquilone” che c’è un’ingiustizia da riparare.
Non è poco.
L’aquilone per Patrick Zaki è un’iniziativa del Festival dei Diritti Umani, di Amnesty International Italia e Articolo21. Un ringraziamento particolare a Gianluca Costantini che ha messo a disposizione i suoi disegni e alla trasmissione Caterpillar che ha dato spazio a questa campagna.
La foto in evidenza è di Giancarlo Gasperini