Dal sito www.festivaldirittiumani.ch
Dal 5 al 9 ottobre, torna con la sua terza edizione, il Film Festival dei Diritti Umani Lugano. Verranno mostrati diciotto lungometraggi, accompagnati da momenti di dibattito e approfondimento. Due cortometraggi, una mostra e un DJ set completano l’offerta, che mira a favorire il dialogo e il confronto sul tema dei Diritti Umani, pensando in maniera privilegiata a un pubblico giovane.
Centrale è l’attenzione al valore cinematografico delle opere proposte e ai loro autori, ma anche ai giovani e alla loro voce narrante, con la consapevolezza che i Diritti Umani vanno protetti ovunque manchi la libertà o venga calpestata la dignità dell’individuo, in realtà lontane così come nel nostro quotidiano. Cinque giorni ricchi di stimoli e occasioni per riflettere, in maniera trasversale, sulla dignità umana con un obiettivo principale: suscitare il dialogo, non fornendo risposte, ma proponendo argomenti su cui confrontarsi. La Direzione è affidata a Olmo Giovannini e Antonio Prata, con Roberto Pomari alla Presidenza.
Il programma in sintesi
Mercoledì 5 ottobre
L’inizio è con l’anteprima svizzera di FIORE, fiction italiana diretta da Claudio Giovannesi, che narra un amore all’interno di un carcere minorile. Il film è stato presentato e premiato alla Quinzaine des Réalisateurs a Cannes.
Le città chiuse e nascoste, apparentemente inesistenti, della Russia, costruite per produrre materiale nucleare, e l’identità segreta di chi ci vive, sono invece al centro di CITY 40. La regista Samira Goetschel sarà presente per il dibattito.
TEMPESTAD, della regista messicana Tatiana Huezo, è il film della serata di apertura. Un ritratto poetico di due donne che vivono in un paese in cui le vite sono strette nella morsa della criminalità e del traffico degli esseri umani. Miriam sconta ingiustamente la sua pena e ricorda gli orrori del carcere; Adela vorrebbe ritrovare la figlia rapita. Dal programma della Berlinale Forum.
Giovedì 6 ottobre
Un gruppo di soldati e soldatesse francesi reduci dalla guerra in Afghanistan, trascorre un periodo di decompressione in un albergo di lusso a Cipro, popolato da molti turisti. VOIR DU PAYS, diretto dalle sorelle Delphine e Muriel Coulin, è un film di estrema attualità, che si china sulla politica sociale ed estera del proprio paese in questi ultimi anni. Presentato in prima mondiale al Festival di Cannes (Un certain regard).
Graffiante e intrigante è POVERTY INC., di Michael Matheson Miller, documentario americano che si interroga sulle modalità di sostegno allo sviluppo e sul “business” di alcune associazioni caritatevoli.
Ancora Messico, come luogo simbolo, ma non solo, in WALLS, di Pablo Iraburu e Migueltxo Molina. Documentario sui muri, sulle barriere fisiche che ancora esistono nel mondo, a partire da quello fra Messico e Stati Uniti. L’evento è organizzato in collaborazione con la Franklin University Switzerland.
UNDER THE SUN, di Vitaly Mansky, che sarà ospite del festival, è un sorprendente lavoro realizzato in Corea del Nord sui principi dell educazione di regime, con tutte le sue contraddizioni e schizofrenie. Un film che parte dalla libertà di espressione e di educazione, per interrogarsi sulla libertà della personalità.
Venerdì 7 ottobre
La musica come filo conduttore, strumento espressivo identitario, comunicativo e di denuncia. Si parte con THEY WILL HAVE TO KILL US FIRST, di Johanna Schwartz. Documentario sui ribelli della musica del Mali, paese dalla sterminata tradizione musicale ma in cui la libertà d’espressione degli artisti è messa a repentaglio dall’intervento degli estremisti islamici.
A seguire, SONITA, di Rokhsareh Ghaemmaghami, storia di una ragazza afgana che va a vivere a Teheran sogna di diventare una rapper di successo. I suoi desideri si scontrano con la famiglia che la vuole sposa bambina, una tradizione secolare da cui la nuova generazione sta cercando di liberarsi.
MADAME B., HISTOIRE D’UNE NORDGCORÉENNE, di Jero Yun, è il frutto di un esperienza registica incredibile, in cui si segue una donna nord coreana nel suo lunghissimo percorso (in termini temporali e geografici) di emigrazione e di fuga dal proprio paese per raggiungere la famiglia in Corea del Sud. Un viaggio estenuante, lungo tre anni, che suggerisce una riflessione universale sul tema dei fenomeni migratori e sul conseguente stravolgimento dei nuclei famigliari.
La giornata si concluderà con l’atteso evento RAVING IRAN NIGHT. Dapprima la proiezione del film RAVING IRAN, di Susanne Regina Meures, alla presenza della regista e dei due DJ protagonisti. Due giovani iraniani appassionati di musica elettronica, alle prese con le severe regole che lo stato iraniano impone sulle produzioni musicali e culturali. Fino all’arrivo dell’invito da parte della Street Parade di Zurigo… A seguire, evento musicale con un DJ Set dei protagonisti Anoosh e Arash, in arte Blade&Beard, al Living room (Via Trevano, Lugano).
Sabato 8 ottobre
Due lavori intensi, sul diritto all’accesso alle cure sanitarie, aprono le proiezioni di sabato. Il cortometraggio italiano IL SILENZIO (dal concorso corti 2016 di Cannes) e A MONSTER WITH A THOUSAND HEADS, di Rodrigo Pla, un thriller dal ritmo incalzante in cui una donna si batte affinché il marito malato riceva le cure di cui necessita.
Seguirà la prima mondiale di PERIFERIA DEL NULLA, di Zijad Ibrahimovic (alla presenza del regista), documentario prodotto dalla ticinese Ventura film. Una testimonianza diretta, dura, delle conseguenze delle mine antiuomo in Bosnia. Una profonda riflessione sull’eredità fisica e psicologica dei conflitti bellici. Il film sarà preceduto da un breve video-reportage su un progetto di bonifica di terreni minati in Cambogia.
Un esperienza innovativa e in controtendenza, uno straordinario modello di apertura e integrazione nei confronti degli immigrati clandestini è al centro di UN PAESE DI CALABRIA, il film che caratterizzerà la serata di sabato. La regista Catherine Catella sarà in sala per il dibattito.
Domenica 9 ottobre
La realtà poco conosciuta delle madri che vivono con i loro bambini nelle carceri italiane è raccontata in NINNA NANNA PRIGIONIERA, di Rossella Schillaci (alla presenza della regista), presentato in anteprima internazionale. Una matinée cui farà seguito un brunch offerto al pubblico, occasione di scambio fra gli spettatori del festival e gli organizzatori.
LA NATURA DELLE COSE, di Laura Viezzoli, che presenterà il film, è un immersione emotiva e filosofica nel periodo del fine vita, attraverso un anno d incontri e dialoghi tra l’autrice e il protagonista, malato terminale di SLA (sclerosi laterale amiotrofica).
Un incontro forzato è quanto avviene in CLASH, film di finzione di Mohamed Diab (Cannes, Un certain regard). Esponenti dei Fratelli musulmani e oppositori vengono imprigionati insieme in un furgone blindato dell esercito, durante gli scontri della primavera del 2011. Le due fazioni si ritrovano a dover condividere uno spazio minuscolo, fra momenti di umanità e contrasti dovuti alle forti disparità di opinione.
Il festival si conclude con NERUDA, di Pablo Larraín, con Gael García Bernal, presentato alla Quinzaine di Cannes. Una fiction definita giustamente più nerudiana che su Neruda stesso. Una riflessione universale sulla libertà di parola, di espressione e artistica, che chiuderà idealmente il festival 2016.