Richiedenti asilo afghani, pakistani, iracheni sui binari e nei sottopassaggi delle stazioni ferroviarie, nei giardini pubblici, in riva ai fiumi. Rifugiati somali, eritrei, sudanesi in baraccopoli, container ed edifici occupati, nelle metropoli e sperduti nelle campagne. Uomini, donne e bambini.
da Msf
Ad accomunarli sono le condizioni di vita inaccettabili: in metà dei siti manca persino l’acqua e l’elettricità. L’accesso alle cure è limitato o del tutto assente.
Gli insediamenti sono ignorati dalle istituzioni. Quando le istituzioni agiscono, l’unica soluzione possibile sembra essere lo sgombero.
Nei prossimi mesi, MSF continuerà a monitorare gli insediamenti informali di rifugiati e richiedenti asilo attraverso l’istituzione di un Osservatorio permanente.
Quando sarà possibile e necessario, interverremo direttamente per migliorare le loro condizioni di vita e l’accesso alle cure. Più spesso spingeremo le autorità nazionali e locali ad assumersi le loro responsabilità. Sempre ricercheremo il supporto e la collaborazione delle realtà associative impegnate sul territorio nella tutela dei rifugiati.
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