di Danilo De Biasio
Direttore Festival Diritti Umani
L’epidemia del coronavirus covid-19 sta dimostrando la fragilità del mondo contemporaneo. Un microrganismo che nessuna frontiera può fermare, che quando contagia un essere umano non distingue né il colore della pelle né il suo conto in banca. Gli scienziati ci diranno cosa ha generato questa epidemia e come contrastarla. Ma intanto la vita di miliardi di persone è cambiata.
Il Festival dei Diritti Umani aveva stabilito di occuparsi nell’edizione 2020 dei diritti delle persone con disabilità. Lo confermiamo, seppur con i cambiamenti necessari per mettere in sicurezza ospiti e pubblico: dal 5 al 7 maggio sarà un’edizione quasi interamente online, come sempre gratuita.
Occuparsi dei diritti delle persone con disabilità è fondamentale anche durante questa epidemia. Proprio loro ci possono raccontare in prima persona cosa vuol dire lottare per una vita piena, dignitosa. Rappresentano la difficoltà dei piccoli gesti e la forza delle grandi imprese. Ma sono soprattutto le persone con disabilità e i loro caregivers a testimoniare l’assoluta centralità di una sanità universale, che si prende cura degli altri come di sé.
In varie epoche le persone con disabilità sono state eliminate, segregate, o comunque considerate sacrificabili. I loro diritti sono una conquista recente: la Convenzione Onu è solo del 2006. Un testo che riconosce a chi ha bisogni speciali i diritti di tutti: salute, istruzione, libertá di pensiero e di scelta.
La parabola della battaglia per i diritti delle persone con disabilità ci riguarda: è un campanello d’allarme che risuona anche oggi, ai tempi del Covid-19, ogni volta che qualche governante afferma che ci sono categorie sacrificabili.
Il Festival dei Diritti Umani 2020 dunque ci sarà dal 5 al 7 maggio: diverso dalle altre edizioni, senza abbandonare la forza delle testimonianze, l’emozione dei film d’autore e la bellezza della conoscenza. Per riflettere dei cambiamenti in corso che aprono la strada ad altri che certamente verranno.