di Marta Gatti – Radio Popolare/Esteri
L’aeroporto di Notre Dames des Landes non si farà. La notizia è arrivata il 17 gennaio scorso dalla voce del primo ministro francese Edouard Philippe. Il governo ha preso la decisione dopo 50 anni di strenua opposizione da parte di ambientalisti e contadini. Il progetto prevedeva la realizzazione di un nuovo aeroporto a nord di Nantes, a Notre Dames des Landes, e aveva l’obiettivo di ridurre il flusso di passeggeri sullo scalo già esistente, a sud della città. Il nuovo aeroporto, che prevedeva due piste, avrebbe occupato circa 650 ettari di terreni agricoli, e un’area umida di interesse naturalistico. A seguito dell’annuncio governativo le terre torneranno alla loro vocazione agricola originaria, come richiedevano da tempo coloro che si opponevano alla sua realizzazione. Il primo ministro ha annunciato, infatti, che il processo di restituzione dei campi comincerà nel mese di aprile.
Dalla lotta a difesa delle terre di Notre Dames des Landes ha preso vita ZAD, la “Zone a defendre” ovvero la zona da difendere. Si tratta di un’espressione nata dalla storpiatura di Zone d’amenagement différé, ovvero le aree destinate ad accogliere opere pubbliche. Il termine “Zona da difendere” si è poi diffuso diventando un neologismo che oggi designa l’occupazione di terre in opposizione alla realizzazione di grandi opere.
La ZAD, nata all’inizio del 2010, chiede la restituzione delle terre ai contadini e agli abitanti espropriati. Il movimento composto da diverse anime, dai naturalisti alle associazioni, dalle popolazioni locali agli attivisti, propone anche di trasformare l’area in una zona di sperimentazione sociale, ambientale e agricola.
Nel 2016 un referendum locale aveva visto la vittoria dei favorevoli alla nuova costruzione, con il 55% dei si. Un referendum che, accusano i politici locali, non è stato rispettato dalla decisione governativa. Dal canto suo il primo ministro ha parlato della necessità di pacificare una zona broccata per anni nel conflitto.
La vicenda di Notre Dames des Landes aveva occupato le prime pagine dei giornali già nel 2012, dopo un tentativo fallimentare di mettere fine all’occupazione delle aree. In quel periodo a far parlare del progetto di aeroporto furono, in particolare, le violenze tra polizia e manifestanti, durante l’operazione di espulsione dalle terre.
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