Più armi, meno sicurezza

L’approvazione della cosiddetta riforma della ‘legittima difesa’ è un passaggio di cui, forse, si coglie poco l’importanza in queste ore. Significa una mutazione dei perimetri a livello sociale con un deleterio effetto di banalizzazione del concetto di giustizia, più vicina ora al taglione e più lontana da secoli di ricerca di progresso garantista.

Pubblichiamo la reazione di Rete Disarmo, per la totale sintonia con queste parole che seguono.

 

Legittima difesa, Rete Disarmo: “preoccupati per arretramento culturale e minaccia a sicurezza collettiva”

L’approvazione in via definitiva di oggi al Senato della riforma della cosiddetta “legittima difesa” (Codice Penale, Articoli 52 e 55 e correlati) preoccupa fortemente le organizzazioni che fanno parte della Rete Italiana per il Disarmo che vedono in essa un arretramento legale e culturale ed un’ulteriore minaccia per la sicurezza collettiva.

Tralasciando specifiche valutazioni di natura più strettamente giuridica (la nuova norma riconosce “sempre” proporzionale e quindi non punibile l’uso di un’arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo per tutelare la propria o l’altrui incolumità, o per difendere i beni propri o altrui quando non c’è desistenza e vi è pericolo di aggressione) a preoccupare la Rete Italiana per il Disarmo è la connessione tra questa nuova forma di “legittima difesa” e la diffusione delle armi nelle nostre città e comunità.

Una connessione che nel testo approvato è sia implicita sia esplicita e che, se unita alle difficoltà di controllo della diffusione di armi e a una tendenza sempre più marcata nel nostro Paese all’accesso a nuove licenze, comporterà ovviamente un deterioramento della sicurezza per tutti.

Il testo votato prevede esplicitamente “l’uso di un’arma legittimamente detenuta” e è quindi falso affermare che la nuova norma non riguardi “l’uso delle armi” , mentre è corretto affermare che “la nuova legge non modifica le norme per la detenzione di armi” che restano come sono. Ed è proprio questo a preoccupare perché rimangono tali mentre è in corso una insensata e non veritiera deformazione della realtà da parte di alcuni media: secondo i dati ufficiali oggi in Italia vi sono più omicidi con armi legalmente detenute che omicidi per “furti e rapine” e dunque se c’è un’arma in casa è molto più facile che venga utilizzata per ammazzare un familiare (molto spesso donna) o un vicino che non per fronteggiare eventuali ladri.

Non è certo da una maggiore diffusione delle armi che potrà derivare una convivenza civile che è preludio alla riduzione dei delitti e delle minacce.

Non è certo sulle armi che si può costruire una vera sicurezza collettiva e diffusa e in tal senso Rete Italiana per il Disarmo continuerà la propria azione su strade diverse rispetto a quelle votate oggi dal Parlamento cui chiediamo in un futuro prossimo un ripensamento rispetto a norme che sicuramente avranno un impatto negativo sulla vita di tutti i cittadini italiani.