Restiamo Umani

C’è un migrante di spalle, con una maglietta che porta scritto ‘opportunity’. E’ appena stato salvato dall’equipaggio della Iuventa. Equipaggio composto da giovani come lui.  Insieme guardano verso l’orizzonte. La domanda che si fanno è probabilmente la stessa: cosa ci aspetta?
di Angelo Miotto
È la foto che abbiamo scelto per lanciare un incontro su migranti, Ong, diritti, società e politica in cui proietteremo il documentario di Michele Cinque sulla Iuventa, la nave della Ong tedesca Jugend Retett, che ha salvato 14.000 esseri umani prima di essere bloccata dalla magistratura, incomprensibilmente permeabile alla campagna di criminalizzazione contro le Ong in mare. In questi giorni è arrivato un nuovo provvedimento giudiziario: 20 avvisi di garanzia contro altrettanti volontari che dovrebbero permettere una analisi delle telecomunicazioni avvenute a bordo dell’imbarcazione tedesca.

Abbiamo scelto di titolare la serata Restiamo Umani. E’ stato il graffio intelligente con cui Vittorio Arrigoni concludeva le sue cronache dalla Palestina, da Gaza. E che è diventata una bandiera di un’umanità da difendere, da affermare. Perché ‘prima gli italiani’ è uno slogan elettorale che svanisce di fronte  a ‘Prima la dignità umana’. Non c’è mediazione possibile di fronte alla propaganda disumana di Matteo Salvini e del suo governo.
Reti formali e informali si stanno muovendo; la cittadinanza e un pezzo importante del mondo cattolico, reagisce nell’assenza di una opposizione partitica, ormai polverizzata e autoreferenziale.
Padre Alex Zanotelli digiuna, insieme ad altri, nella protesta a staffetta inaugurata il 10 luglio con presidio di fronte a Montecitorio. Mercoledì 11 luglio di fronte al ministero dei Trasporti la rete #RestiamoUmani si è incatenata con giubbotti salvagente e striscioni: c’era scritto’ Naufragi di Stato’. Chiudere i porti, usando le centinaia di morti in mare come una qualsiasi leva politica, è indegno ma efficace, dato che ha paralizzato di fatto i soccorsi in mare: la nave Sea Watch è bloccata nel porto di Malta, Open Arms attende di ripartire da Barcellona, Acquarius è a Marsiglia. Cioè tutte e tre lontane dalle zone in cui si salvano i migranti. Che senza quell’aiuto partono lo stesso ma muoiono annegati: in un mese di Governo Salvini-Di Maio si calcolano cinquecento morti in mare. Cinquecento persone.
Il 7 luglio le bacheche social si sono tinte di rosso con le magliette proposte da Libera e Anpi come gesto di reazione alla mattanza in Mediterraneo. La polemica che si è sviluppata sui social network contro chi espone il suo no alla barbarie è figlia di quell’onda – cresciuta e nutrita da politici e giornalisti conniventi – contro la solidarietà delle Ong. E che adesso arriva a colpire essere umani come fossero carne da macello. “E tu cosa fai?” hanno attaccato i leoni da tastiera. “Ti metti solo una maglietta?” Come se schierarsi non fosse un gesto politico, puntando a dividere il fronte della solidarietà tra più o meno buonisti.
Ogni giorno il ministro degli Interni arringa via social l’elettorato dimenticando, o fingendo di non sapere, le più elementari norme del diritto: minaccia di sbattere in galera o espellere profughi senza uno straccio di base giuridica. Il caso, questa volta, è quello della barca Vos Thalassa, che ha ottenuto l’intervento della Guardia costiera, per trasportare migranti a bordo del naviglio militare Diciotti perché l’equipaggio sarebbe stato minacciato da alcuni migranti che non volevano tornare nei lager libici.
Festival dei Diritti Umani e Radio Popolare vi invitano a venire nell’Auditorium Demetrio Stratos per guardare il documentario sulla Iuventa. Ci sarà il regista, Michele Cinque, il direttore del Festival Danilo De Biasio e Barbara Sorrentini, di Radio Popolare. Interverrà al telefono anche il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, che ci parlerà di un’altra data significativa, quella del 19 luglio con Terra! #ApriteiPorti, alla stazione marittima con un programma che sarà pubblicato a breve.