Di Danilo De Biasio
Per chi ha fatto in tempo a divertirsi con i libri di Asterix, sa che nelle prime tavole c’era sempre la cartina geografica con lo zoom sul “villaggio gallico”, il solo in grado di resistere all’assedio romano. Riace, fino alle ultime elezioni, era il villaggio di Asterix, l’unico che contrapponeva ≪l’accoglienza alla disumanità≫, per usare le parole di Mimmo Lucano. Dal 26 maggio anche quel borgo resistente è stato normalizzato e ora è governato da una giunta filoleghista.
E’ un esito spiazzante, strampalato, ma figlio dei tempi. Analizzarlo può servire a capire non solo come è potuto accadere ma anche cosa fare per evitare che succeda di nuovo. Un presidio come quello che il Festival dei Diritti Umani insieme ad altre associazioni promuove per l’11 giugno va in quella direzione. Innanzitutto l’aspetto giudiziario: Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace e patrocinatore di un modello di accoglienza auto-organizzato non si è arricchito, ma è accusato di non aver rispettato le regole.
Diranno i giudici se è andata così, se ha favorito l’immigrazione clandestina e se ha sottratto denaro pubblico. Sicuramente il suo arresto e il suo allontanamento coatto da Riace hanno determinato la radicalizzazione delle posizioni e, grazie alla descrizione sommaria, i mass media hanno gettato dubbi su quel modello d’integrazione. L’idea che occorra governare “creativamente” flussi straordinari di persone, che sia utile favorire la convivenza sul posto di lavoro, al mercato, nelle scuole è stata messa in discussione.
Se viene continuamente evocata l’emergenza migranti, chiunque tenti di rendere “normale” la presenza di migranti diventa automaticamente “buonista”. La parola d’ordine “prima gli italiani” è un mantra intoccabile che oscura nel caso della Calabria, il condizionamento mafioso della politica, del lavoro, dell’economia, della cultura.
Manifestare solidarietà a Mimmo Lucano non può quindi essere confuso con il tentativo di condizionare il risultato processuale: serve semmai a segnalare che l’isolamento che il modello Riace ha patito quand’era perfettamente funzionante penalizza non solo l’ex sindaco, ma tutta quella parte di società civile che crede in una convivenza vera e feconda.Slogan semplicistici, opposizione in esilio, timidezza delle forze moderate e il gioco è fatto: Riace diventa leghista.
Qui il comunicato del cartello di associazioni che promuove il presidio dell’11 giugno.