Le fotografie di Germana Lavagna su Instagram @fdumilano
Il tema scelto dal festival per la sua terza edizione, ovvero la declinazione e la difesa dei diritti rispetto ai temi dell’ambiente e del rischio di distruzione del pianeta ci porta a proporvi il reportage fotografico di Germana Lavagna sul land grabbing. che potrete seguire sul nostro account instagram @fdumilano
Land grabbing è un termine inglese che significa letteralmente «accaparramento di terra» e si riferisce al complesso fenomeno che riguarda l’acquisto o l’affitto su larga scala di terreni agricoli appartenenti a Paesi in via di sviluppo da parte di multinazionali, governi stranieri e singoli soggetti privati. L’acquisizione viene effettuata per ragioni diverse: coltivazioni di vegetali per l’alimentazione, produzione di biocarburanti, silvicoltura da legname pregiato, creazione di strutture turistiche. Il fenomeno si è accentuato dal 2007 con l’inasprirsi della crisi economica ed è caratterizzato dalla scarsa trasparenza: la maggior parte dei contratti non sono registrati e si fondano su complicità tra multinazionali ed élite locali che approfittano di diritti di proprietà poco chiari. Le economie locali non traggono vantaggi dal land grabbing: le ricadute occupazionali sono limitate, gran parte della produzione è destinata all’estero, le aziende straniere impiantano monocolture che distruggono l`agricoltura tradizionale.
Scrive Germana presentando il suo lavoro:
“La terra è l’ultima grande risorsa esauribile del pianeta. Negli ultimi anni, i Paesi industrializzati, per compensare la propria crescita economica e demografica, sono tornati a conquistare le fertili terre del Sud del mondo. Una conquista economica impostata su dinamiche di esproprio e privatizzazione. In Cambogia, il governo del primo ministro Hun Sen, in carica dal 1993, ha svenduto ai ricchi vicini cinesi, vietnamiti e sud coreani grandi fette di terra, circa il 20% dell’intera superficie della nazione. Comunità agricole, così come interi quartieri cittadini soccombono ad una occupazione programmatica e non priva di violenza. Nella più totale impunità, il governo nega sistematicamente l’accesso ai documenti che attestano la proprietà della terra su cui le persone vivono da generazioni. Le foto presentate compongono il primo tassello di un progetto diviso in tre parti. Tre zone del mondo, la Cambogia, l’Italia e l’Africa per raccontare le connessioni tra gli investitori stranieri e le popolazioni locali colpite dagli espropri.”
Germana Lavagna é nata a Genova nel 1983. Dopo la laurea in Filosofia, si è trasferita a New York dove ha iniziato a lavorare con la fotografia in una galleria d’arte e collaborando con il fotografo David Alan Harvey dell’agenzia Magnum, editando le foto del magazine on line Burn, dedicato alla fotografia emergente. Ha lavorato poi come photo editor e fotografa per le testate di Emergency, Peacereporter e E-il mensile. È anche un’attivista per i diritti umani: ha infatti fondato ed è portavoce di Refugees Welcome Italia.
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