#25Aprile. I periodici della Resistenza

di Chiara Lusuardi
tratto dal Dossier didattico di www.stampaclandestina.it

Schermata 2017-04-19 alle 23.39.12In Italia, lo scoppio della Seconda guerra mondiale costringe la già esile voce del dissenso quasi al silenzio assoluto.
Gran parte degli antifascisti rimasti a operare nella clandestinità sul suolo nazionale viene rinchiusa in carcere o mandata al confino, soprattutto in corrispondenza delle massicce operazioni di polizia a ridosso dell’entrata in guerra e nei primi anni del conflitto. L’invasione tedesca della Francia e il governo collaborazionista di Vichy rendono ancora più difficile e pericoloso riannodare le fila dell’emigrazione politica, così strette negli anni precedenti. Dal marzo 1943, però, cominciano a costituirsi gruppi clandestini portatori di istanze alternative alla dittatura fascista e di programmi politici democratici. Da questa attività nascono giornali, opuscoli, manifestini dei grandi partiti e di organizzazioni politiche minori, che spesso hanno vita breve o intermittente, mezzi e materiale di fortuna e una limitatissima tiratura.La stampa clandestina si moltiplica anche all’estero, soprattutto nei Paesi occupati, ed è destinata essenzialmente ai soldati e agli emigrati. Dopo il 25 luglio, l’attività di stampa si fa frenetica, per concretizzarsi pienamente dopo la firma dell’armistizio: così, mentre si rinnovano le direzioni dei giornali nazionali, i giornali di partito escono senza l’autorizzazione ministeriale in regime di semilegalità, ricorrendo a tipografie clandestine. L’esperienza italiana rientra in quella della stampa della Resistenza europea in territori occupati o posti sotto l’autorità di regimi collaborazionisti e si connota per una produzione e una diffusione senza autorizzazione ad opera di organizzazioni illegali e per contenuti che mirano a ostacolare la realizzazione dei piani dell’occupante.

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Schermata 2017-04-19 alle 23.36.21
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