All’indomani del volo dell’aquilone che chiede la libertà per Patrick Zaki, chiediamo al governo di rompere il silenzio: non si sacrificano i diritti umani in nome degli affari.
Dopo più di un anno e mezzo di detenzione Patrick Zaki viene processato per aver denunciato le violazioni dei diritti umani in Egitto. Un processo senza appello, di un solo grado, che potrebbe concludersi con una condanna a 5 anni.
Consideriamo controproducente la congiura del silenzio che le istituzioni italiane hanno imposto su questo caso. E le ultime notizie rendono ancora più urgente alzare la voce sulla ingiusta detenzione di Patrick Zaki. I diritti umani non possono essere sacrificati in nome degli affari.
Domenica 12 settembre, a Tagliata di Cervia, erano tantissimi gli aquiloni con l’immagine dello studente egiziano che si sono alzati in volo – nell’ambito del Festival Sprint Kite – per dire #FreePatrickZaki. Tra loro c’era anche una delegazione di sindaci in rappresentanza di decine di comuni che hanno concesso la cittadinanza onoraria a Patrick. Il sindaco di Pesaro Matteo Ricci ha annunciato che nella prossima riunione della Lega delle Autonomie Locali, di cui è presidente, chiederà un impegno concreto della Ministra Lamorgese sulla richiesta di cittadinanza per Patrick Zaki come chiesto dal Parlamento.