Il Medio Oriente è un’area molto vasta, include paesi ricchi del Golfo, altri poveri con una situazione conflittuale (Iraq, Levante e Yemen) e paesi del Nord Africa come (Egitto, Libia, Algeria, Tunisia e Marocco). Il cambiamento climatico qui ha molte conseguenze negative. Secondo alcune indagini, in quest’area è previsto un aumento di siccità, il surriscaldamento climatico, la perdita delle aree costiere a causa dell’aumento del livello dell’acqua nei prossimi anni. Alcuni di questi effetti sono già evidenti come la scarsità dell’acqua o l’aumento dei profughi ambientali, i cosiddetti climate-exodus, visto che gran parte del Nord Africa e il Medio Oriente iniziano ad essere inabitabili. Ciò nonostante, la sensibilizzazione al cambiamento climatico è molto bassa. A causa dei conflitti politici, religiosi o etnici, la questione ambientale passa in secondo piano. Alcuni dei paesi di quest’area, come l’Arabia Saudita, il Kuwait, Qatar e gli Emirati, sono tra i maggiori produttori di CO2 e gas a effetto serra; mentre paesi come Yemen, Marocco e Palestina ne emettono di meno.
Con un libertà d’espressione molto ridotta, dibattiti e discorsi pubblici sul cambiamento climatico emergono a fatica. Il mezzo di comunicazione più diffuso è la televisione e i programmi televisivi su problematiche ambientali sono pari all’1%, mentre i magazine che trattano argomenti ambientali e sensibilizzano al cambiamento climatico sono rari e i giornali si occupano principalmente di questioni politiche.
Nel 2009 l’AFED (Arab Forum for Environment and Development) ha condotto un’inchiesta in tanti paesi arabi sulla conoscenza dei problemi ambientali. Sebbene il 98% degli intervistati sia consapevole del fatto che il clima sta cambiando, circa il 10% non sa perché sta succedendo. Altri invece pensano che il cambiamento climatico non sia un problema poiché non influisce direttamente sul loro paese.
L’attenzione al cambiamento climatico è diminuita ancor di più dopo lo scoppio delle cosiddette “Primavere arabe”, ma anche nei paesi del golfo la copertura mediatica rimane poco consistente. Nonostante ciò, gli effetti del cambiamento climatico in questa regione, come la siccità e l’esaurimento delle risorse, aumentano la crisi socio-ecologica che obbliga un gran numero di persone a emigrare. In Egitto, ad esempio, a causa dell’elevato livello dell’acqua, è prevista un’inondazione intorno al delta del Nilo, che costringerà gran parte della popolazione circostante a spostarsi.
Negli ultimi anni, alcuni media digitali nella regione hanno iniziato a presentare delle nuove opportunità per la sensibilizzazione al cambiamento climatico e alcuni siti e blog riescono ad essere visibili nonostante le agitazioni politiche.
Ecco qui qualche esempio delle campagne apparse recentemente nel Medio Oriente:
Arab World Climate Campaign
È una campagna promossa da IndyAct , una ONG libanese. Questa campagna si appella ai paesi che fanno parte della Lega Araba per agire contro il cambiamento climatico. Si rivolge soprattutto ai paesi produttori di petrolio come l’Arabia Saudita in modo da renderli consapevoli della loro responsabilità nel cambiamento climatico e per indurli a stabilire dei limiti alla emissione di CO2.
Zero Waste Campaign
È una campagna di IndyAct e ha lo scopo di rendere la popolazione libanese consapevole della quantità di rifiuti, elementi chimici e tossici che inquinano l’aria, l’acqua e la terra, e di come le risorse stiano esaurendo e allo stesso tempo come il loro sfruttamento stia distruggendo il nostro ambiente. La campagna Zero Waste si concentra soprattutto sulla domanda “come è possibile bloccare la produzione di rifiuti?” piuttosto che sul “cosa farne?”, e sul fatto che se non riusciamo a riutilizzare, riciclare o smaltire un prodotto, allora in primo luogo non bisogna produrlo.
Ghars Campaign
Ghars è una campagna di una ONG del Qatar che prevede di piantare 2022 alberi entro il 2022 in modo da
salvaguardare l’ambiente del Qatar e incoraggiare la sua popolazione a intraprendere delle iniziative per
ridurre il surriscaldamento climatico e a puntare a una società più verde.
Green Arm campaign
Questa campagna è un progetto della ONG egiziana Nahdet el Mahrousa con lo scopo di affrontare le sfide ambientali in Egitto. Questa campagna fa appello al trasporto sostenibile, guidare di meno e camminare di più, andare a bici, e a utilizzare i mezzi pubblici. Questa campagna vede il coinvolgimento di un gran numero di giovani in manifestazioni, workshop e iniziative all’aperto per incoraggiarli ad uscire dall’isolamento e ad avvicinarsi dalla natura in modo da stimolarli a salvaguardare l’ambiente.
Al Basama al Beeiya Campaign (video)
Emirates Wildlife Society – WWF ha creato uno spot per la campagna Al Basama al Beeiya in modo da sensibilizzare gli Emirati Arabi sulla loro impronta ecologica. Si tratta di uno spot che ha lo scopo di sensibilizzare i residenti degli Emirati Arabi rispetto al tema della scarsità delle loro risorse naturali, e spiegare loro l’impatto che lo stile di vita ha sull’ambiente, incoraggiandoli a rivedere abitudini e costumi.
Sun Unites Us Campaign
La Nave Rainbow Warrior di Green Peace si è fermata nel porto di Beirut in Libano per lanciare la campagna “Sun Unites Us” che mette in evidenzia il potenziale massivo di energia solare nella regione Araba. Rainbow Warrior ha continuato il suo tour in Turchia per poi terminare a Marrakech in occasione della COP22. Nel sud del Libano, a 12 ragazzi libanesi, siriani e palestinesi istruiti da Green Peace è stata affidata la costruzione di un panello solare sull’edificio del Women’s Cooperative Center.
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