“Il governo italiano dovrebbe fare uno sforzo maggiore per rendere operativa una richiesta che l’Europa ci fa da molti anni: cioè di instaurare anche in Italia come nella maggior parte degli altri paesi europei, un’agenzia indipendente sui diritti umani”.
Ai microfoni della trasmissione Radio3Mondo di Radio3, Marcello Flores (professore dell’Università degli Studi di Siena e direttore del Master europeo in Human Rights e Genocide Studies) ha lanciato l’appello perché l’Italia si metta in pari con gli altri paesi europei che, ormai da tempo, si sono dotati di istituzioni di carattere nazionale per la promozione e la protezione dei diritti umani. Un’agenzia – aggiunge il professor Flores – “che possa lavorare tanto sulle violazioni di diritti umani all’interno dell’Italia, quanto sulla promozione della conoscenza e sulla informazione su quello che accade all’estero”.
L’Italia rischia di rimanere buon ultima su questi temi. Nel Regno Unito, la Commissione sull’eguaglianza e i diritti umani è stata istituita nel 2007, dall’unione di precedenti commissioni settoriali, e ha poteri quasi-giuridici, a differenza della Francia dove una Commissione simile ha più una funzione consultiva. In Grecia, la Commissione per i Diritti Umani risale al 1998; in Irlanda, al 2001. Nello stesso anno, la Germania (il cui governo federale prevedeva già dal 1998 la figura di un Commissario per i diritti umani e gli aiuti umanitari) ha dato vita a un Istituto tedesco per i diritti umani.
E in Italia? C’è molto da fare. Il Centro di Ateneo per i Diritti Umani dell’Università di Padova parla senza mezzi termini di “situazione atipica”, auspicando quanto prima la costituzione sia della Commissione nazionale diritti umani, sia del Difensore civico nazionale. In Italia ci sono diverse istituzioni che si occupano del tema, ma non c’è coordinamento. C’è il Comitato interministeriale per i diritti umani (CIDU) istituito presso il Ministero degli affari esteri, c’è il Comitato dei Ministri per l’indirizzo e la guida strategica in materia di tutela dei diritti umani presso la Presidenza del Consiglio, ci sono una serie di specifiche autorità facenti capo ai vari Ministeri e una schiera di assessorati, consulte e dipartimenti ad hoc sparsi per tutto il territorio nazionale, ma – appunto – si sente la mancanza di una struttura con un riconoscimento ufficiale e un ruolo significativo. Un’equivalente per i diritti umani della Commissione parlamentare Antimafia o del Garante della privacy, per intendersi.
Dal 1993 anche l’Assemblea generale delle Nazioni Unite chiede un impegno simile a tutti gli Stati firmatari, ma, in Italia, il progetto di legge che dovrebbe recepirlo è impantanato alla Camera dal 2012.
“Io penso – ha detto ancora il professor Marcello Flores alla trasmissione Radio3Mondo – che si debba al più presto soddisfare questa richiesta anche perché sarebbe un modo per mettere insieme tutte le varie organizzazioni che si occupano di diritti umani in Italia, che ogni tanto si riuniscono ma che poi non hanno la possibilità di far sentire con forza la propria voce e di trasmettere tutto il lavoro di conoscenza e informazione che fanno su questo terreno”.
E tra le sollecitazioni non manca quella della Farnesina: “È importante che nasca con una fortissima caratteristica di indipendenza un’agenzia per la salvaguardia dei diritti umani: serve anche a noi che stiamo al governo” – dichiarava nel luglio 2015 il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni.
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