Commissione ONU: il genocidio yazida è in atto

 
Il genocidio del popolo yazida è in atto per mano dell’ISIS che tuttora tiene in ostaggio più di 3200 donne e bambini, nelle aree controllate dallo Stato Islamico in Siria. A metterlo nero su bianco è l’ultimo rapporto della Commissione internazionale indipendente d’inchiesta sulla Siria, istituita dal Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU nell’agosto 2011 e considerata la più alta commissione d’inchiesta sulle violazioni dei diritti umani nel conflitto siriano.
Dopo l’occupazione del monte Sinjar da parte dell’ISIS, gli yazidi che vi abitavano sono stati uccisi, torturati, deportati, schiavizzati, costretti alla conversione. Donne e bambine sono state separate dagli uomini, stuprate, vendute al mercato, costrette a servire sessualmente i propri oppressori. I bambini sono stati portati via dalle loro famiglie e fatti confluire tra le fila dell’ISIS.
Questo emerge dalle 45 testimonianze (di sopravvissuti, leader religiosi, contrabbandieri, attivisti, avvocati, giornalisti e personale medico) che sono state raccolte (e verificate) dalla Commissione d’inchiesta.
“Il 2 agosto, il giorno prima dell’attacco, gli Yazidi del Sinjar – contadini, insegnanti, medici, casalinghe e giovani studenti – vissero un giorno come tutti gli altri. Nel giro di 24 ore, le loro vite sarebbero diventate irriconoscibili a loro stessi”, si legge nel rapporto che potete leggere a questo link: Rapporto OHCHR_Genocidio Yazida

Il Festival dei Diritti Umani ha voluto richiamare l’attenzione sullo sterminio degli yazidi, invitando nella sua prima edizione una sopravvissuta, Nadia Murad, che continua la sua battaglia per il riconoscimento del genocidio del suo popolo.
Questo rapporto della Commissione d’inchiesta chiede alle Nazioni Unite, ai governi di Siria e Iraq e alla comunità internazionale di proteggere la comunità yazida e chiede nuovamente al Consiglio di Sicurezza dell’ONU di stabilire un tribunale ad hoc per i crimini commessi contro gli yazidi.


 
La Commissione d’Inchiesta
Istituita dal Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU nell’agosto 2011, la Commissione internazionale indipendente d’inchiesta sulla Siria è considerata la più alta commissione d’inchiesta sulle violazioni dei diritti umani nel conflitto siriano. È composta da quattro commissari (una ventina di collaboratori) – tra i quali Carla Del Ponte, ospite della prima edizione del Festival dei Diritti Umani. “Non siamo autorizzati a entrare in Siria” – raccontò in quella occasione, evidenziando le difficoltà della commissione costretta a lavorare dai paesi limitrofi (Iraq, Turchia, Libano e Giordania), al confine con la Siria.


Sempre dal Festival dei Diritti Umani e ai microfoni di Radio3Mondo, commentò così i crimini perpetrati contro gli Yazidi: “È sicuramente un caso di genocidio – parlando da ex procuratore e considerando la decisione dell’ISIS di uccidere questo gruppo – e io spero che un giorno all’altro ci sia anche un procuratore che prepara un capo di accusa.”
L’inchiesta

Rapporto UNHCHR_Genocidio Yazida