In Lombardia, in quest’anno di pandemia, sono stati violati i diritti umani, oltre che il buon senso e – questo lo stabilirà la magistratura – forse anche le leggi. Sabato 10 aprile, davanti alla sede del Governo regionale, dalle 11, ci sarà una manifestazione per ribadirlo. I promotori lo faranno nel modo più pacificamente chiassoso che si conosca: sbattendo pentole e coperchi. Un cacerolazo. Che nell’America Latina di inizio millennio erano il modo più clamoroso – e tollerato dai regimi – di esprimere il dissenso.
Perché il Festival dei Diritti Umani ne dà notizia? Perché quello che è accaduto in Lombardia è simbolo di tutto ciò che è andato male in una partita sicuramente complicata, in cui molti diritti sono stati violati. E questo non può essere taciuto dal Festival dei Diritti Umani perché, come affermiamo nel nostro atto costitutivo, vogliamo illuminare le violazioni dei diritti umani in luoghi lontani o inaspettatamente vicini. In Lombardia si contano più di 31mila morti per Covid. La vaccinazione è diventata una corrida soprattutto per i soggetti fragili come anziani e persone con disabilità. Il sistema di tracciamento prima e di vaccinazione poi, non ha mai funzionato. Sono in corso più indagini della magistratura su inadempienze, falsificazione di dati e forniture.
Slogan astrusi come “andrà tutto bene” non possono coprire un deficit di preparazione, di gestione, in ultima analisi di giustizia. L’overdose di numeri e grafici tende a coprire la realtà: quelle cifre e quei puntini sono persone, sono i nostri cari finiti nel tritacarne della disorganizzazione: quante vite si sarebbero potute salvare se invece che un ridicolo pallottoliere ci fosse stato un sistema efficiente di smistamento delle vaccinazioni? Nessuno dei dirigenti della Regione Lombardia si è preso la responsabilità di spiegare perché hanno speso 20 milioni dei contribuenti per quella baracconata. Ignobili balbettii per giustificare l’ingiustificabile, come i primi positivi al Covid spostati nelle RSA o, più recentemente, gli over 80 inviati a decine di km di distanza per un vaccino.
Non sono forse diritti violati? E allora il posto per il Festival dei Diritti Umani sabato 10 aprile è lì, sotto il quartier generale del ceto politico responsabile di questo disastro.
Info sul presidio di sabato 10 aprile
La foto del cacerolazo è di Marta Facchini