Ezio Bosso ci ha insegnato che la disabilità può non essere un limite

di Danilo De Biasio

Ezio Bosso era un bravo direttore d’orchestra, un bravo pianista. Come tanti.
Ezio Bosso era una persona con disabilità che faceva il direttore d’orchestra e il pianista. E questo lo rendeva particolare.
Ezio Bosso diceva cose molto intelligenti, con una sensibilità e profondità importanti. E questo lo rendeva ancora più particolare.
Ezio Bosso era un leggero folletto, così fragile con quelle bende che a volte gli fasciavano le dita, con quelle smorfie che la malattia neurodegenerativa gli procurava. Tutto questo faceva di lui una persona eccezionale.

Qualche mese fa, mentre preparavamo l’edizione 2020 del Festival dei Diritti Umani, avevamo accarezzato l’idea di invitarlo: ci sarebbe piaciuto sentirlo parlare di musica con quel trasporto che solo i grandi musicisti sanno fare. Avevamo pronta la lettera d’invito, poi, un giorno, abbiamo visto quella toccante implorazione: “Se mi volete bene non invitatemi più a suonare. Non ci riesco più e mi fa male non poterlo fare”. E anche se non gli avremmo chiesto di suonare abbiamo pensato che non sarebbe stato giusto sollecitarlo, abbiamo colto che la sua era richiesta di tregua e per rispetto abbiamo messo quell’invito nel cassetto.

Resta il suo insegnamento più forte: Ezio Bosso era la prova che la disabilità non impedisce di essere ingegnere, professore o, appunto, musicista. La disabilità è un ostacolo che – quasi sempre – si può rimuovere. Ce lo hanno dimostrato gli speaker invitati al Festival dei Diritti Umani: una sedia a rotelle non impedisce di cantare, viaggiare; la cecità non impedisce di insegnare; perdere una gamba o un braccio non impedisce di fare sport. In parte dipende dalla forza di volontà della persona, in parte dalle opportunità, il resto dal consesso sociale, che può decidere di stringere in un angolo la persona con disabilità o evolversi fino a rimuovere l’ostacolo.

Il modo migliore per rendere omaggio a Ezio Bosso, è augurarci che nel futuro non ci stupiremo più di una persona con disabilità sul podio a farci sognare con la musica.