Israele-Palestina: il piano Nethanyau/Trump che nessuno ostacola

I palestinesi dal 1° luglio saranno ancora più soli. Nessun governo vuole muovere un dito per impedire che si realizzi lo sciagurato piano Nethanyau-Trump che prevede l’annessione di altri pezzi dell’agognato Stato Palestinese. Il primo ministro israeliano sa che può sopravvivere alle inchieste giudiziarie solo se estremizza il conflitto con i palestinesi. Idem il capo della Casa Bianca che ha bisogno di distrarre l’attenzione dai problemi interni. Cina e Russia vogliono spartirsi il Medio Oriente dopo il trentennio delle guerre e delle rivolte. I regimi arabi sono più interessati agli affari con l’Occidente e a comprare le tecnologie di controllo israeliane per controllare i propri oppositori interni. L’Europa? Non pervenuta.

La società palestinese dunque è ancora più sola. Stanca di governi inetti, più preoccupata di mettere assieme pranzo & cena che buttarsi in nuove intifade sempre più asimmetriche.

Rimangono sporadiche forme di solidarietà con i palestinesi, i più deboli, stritolati da business e cinismo. Sabato 27 giugno ci sono diverse manifestazioni per loro, organizzate da partiti e sindacati della sinistra, come se i loro diritti fossero una questione ideologica.

Il Festival dei Diritti Umani ha voluto ragionare sul piano Nethanya/Trump con un giornalista che vive a Gerusalemme, Elia Milani, che collabora con le reti Mediaset.