Migranti: misurare la disinformazione per poterla contrastare

Contare la paura, pesare la disinformazione. Può essere utile misurare il danno che certa stampa e certa politica immettono quotidianamente nel dibattito pubblico. Ci ha provato recentemente Paolo Natale, che insegna Metodologia delle scienze sociali alla Statale di Milano, sulla rivista online Gli stati generali.

Partendo da due saggi di Luigi di Gregorio e di Nando Pagnoncelli, Paolo Natale è arrivato a dire che la disinformazione determina un quarto delle nostre paure. Scrive: “A domanda, su quale sia il problema più urgente da risolvere nel nostro paese, ben il 33% degli intervistati identifica proprio quello della “troppo elevata presenza di stranieri” sul nostro territorio come primo problema da risolvere”. Il sociologo passa ad analizzare la domanda successiva – qual è il problema più urgente sul proprio territorio – e quel 33% crolla al 9%: meno di un italiano su 10 ritiene che i troppi immigrati siano un’urgenza. Conclusione di Paolo Natale: “pare in questo modo molto semplice “misurare” l’effetto mediatico-narrativo del distorto discorso sull’immigrazione: vale più o meno 24 punti percentuali, la differenza cioè tra l’urgenza nazionale (lontana da sé, veicolata dall’opinione pubblica e dai racconti di una parte politica) e la reale urgenza locale (vicina a sé, veicolata dalla propria vita quotidiana, dall’esperienza personale)”.

Bisognerebbe mettere questa analisi su un post-it da attaccare alla porta del frigorifero, così da ripassarlo ogni mattina. E forse si capirebbe perché – ad esempio – il Ministro dell’Interno  vieta lo sbarco di 43 migranti salvati dalla Sea Watch quasi due settimane fa, senza che questo atto inutilmente cattivo si meriti nessuna prima pagina o alcuna seria indignazione dei partiti dell’opposizione. Ne parleremo martedì 25 giugno, dalle 21, all’Auditorium Demetrio Stratos di via Ollearo 5, insieme a Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr e a Lorenzo Bagnoli e Francesco Floris, autori del libro “Immigrazione oltre i luoghi comuni”.

L’evento è stato organizzato insieme a Radio Popolare e a Osservatorio Diritti.

Gradita la prenotazione