Riders: impariamo dalla signora Elisabeth Heyrick

Dovremo tornare al 1824. E imparare da Elizabeth Heyrick Il primo boicottaggio per motivi politici della Rivoluzione Industriale. Elizabeth Heyrick proveniva da una famiglia benestante, scriveva poesie e rimase turbata dalla schiavitù. Tra la fine del ‘700 e l’inizio ‘800 il movimento abolizionista, alimentato dalla chiesa quacchera in particolare, ma giustificato anche da motivi politici, cominciava a farsi strada. Ma rimaneva di minoranza. Elizabeth Heyrick in quel 1824, stanca delle promesse di una graduale abolizione dello schiavismo, cominciò a percorrere le strade di Leicester per chiedere di non comprare lo zucchero, perché prodotto nelle “Indie Occidentali” grazie alle violenze sugli schiavi. All’inizio erano quattro gatti, ma nel giro di pochi mesi molte donne aderirono e non comprarono più lo zucchero. Per gli studiosi il boicottaggio di Leicester è stato un tassello importante per l’abolizione del commercio di schiavi, diventata legge nel Regno Unito pochi anni dopo. 

Cosa ci chiedono “gli schiavi dell’algoritmo” se non di ripetere, almeno per un giorno, il boicottaggio del consumo ottenuto con il loro sfruttamento? La vertenza sindacale dei riders italiani sembra indirizzarsi verso strade promettenti, portandoci in una condizione paradossale: sperare che dei lavoratori ottengano diritti che qualche decennio fa – non secoli! – erano considerati basilari: ritmi di lavoro accettabili, malattia pagata, assicurazione contro gli infortuni, un salario dignitoso. Se arriveremo a questo risultato, è bene riconoscerlo, non lo si deve solo ai lavoratori e ai sindacati, ma anche alla magistratura che ha aperto diverse indagini sulle forme di sfruttamento delle piattaforme governate dagli algoritmi, e anche ai consumatori che cominciano a domandarsi quanto del prezzo della pizza a domicilio finisce nelle tasche del riders. 

Come gli schiavi delle piantagioni di canna da zucchero del 1800 anche gli schiavi dell’algoritmo devono trovare una Elizabeth Heyrick che faccia capire ai consumatori quanto potere hanno nelle loro mani. 

 

Ne parleremo al prossimo Festival dei Diritti Umani intitolato Algoritmocrazia. Anticipazioni il 31 marzo: #staytuned