di Danilo De Biasio
C’è una frase che ripeteva spesso Yitzhak Rabin, soprattutto a ridosso degli Accordi di Oslo del 1993: “la pace si negozia con i nemici”. Parole di buon senso che qualunque diplomatico (o leader) sa che dovrà seguire. Per quell’accordo, figlio in qualche modo della filosofia della pace negoziata coi nemici, Yitzakh Rabin verrà assassinato da un suo connazionale due anni dopo. Da allora non c’è stato un governante israeliano dotato della stessa lungimiranza. E dall’altra parte, nel campo palestinese, nessuno ha saputo scegliere esplicitamente la strada che Arafat aveva percorso con quella stretta di mano a Rabin. La partita israelo-palestinese è da allora sostanzialmente appannaggio delle sole forze estremiste, che hanno la loro ragione d’essere proprio nella perpetuazione dello stato di tensione.
Il contesto è necessario per capire la vicenda che coinvolge Gianluca Costantini, il disegnatore di molte delle nostre illustrazioni sui diritti umani. Potrete leggere la sua spiegazione sulla censura subita dalla CNN, una televisione che inevitabilmente fa i conti con il trumpismo. Non sta a noi del Festival dei Diritti Umani sindacare sulla vignetta di Gianluca Costantini, né sulla legittimità della decisione di CNN di troncare un rapporto di collaborazione. Però sta a noi esprimere preoccupazione per la conferma del circuito vizioso estremamente pericoloso tra #fakenews e #censura. Il mondo dell’informazione è sempre più ostaggio del potere delle multinazionali dei social media: per come sono strutturati sono loro a dettare l’agenda, grazie a meccanismi studiati da decenni come l’equiparazione del dato al commento, la scalabilità, l’effetto rimbalzo. Fenomeni che si conoscono ma che quando si sviluppano – campagne d’odio o di falsi bersagli – sembrano impossibili da fermare.
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