di Danilo De Biasio
Impedire ai bambini figli di genitori stranieri di mangiare coi loro compagni di classe è una discriminazione, anche se viene giustificata da ragioni burocratiche. Ragioni burocratiche che in realtà nascondono forme di razzismo.
Nell’Italia 2018 ci voleva un giudice a stabilire questa semplice verità. Tutta colpa della politica leghista che continua a creare dolosamente tensione nella società. Il giudice Di Plotti ha stabilito che il regolamento voluto dalla giunta leghista di Lodi è discriminatorio e va cancellato. Discriminatorio come hanno sostenuto da subito il Coordinamento Uguali Doveri, visto che chiedeva solo alle persone “non comunitarie” di presentare certificazioni dei paesi d’origine, spesso impossibili da ottenere.
Il Festival dei Diritti Umani è stato vicino a quella associazione di mamme che ha contestato il provvedimento della giunta leghista. Sono genitori che ne hanno colto l’essenza eversiva: instillare fin nei bambini piccoli l’idea che esistano persone di serie A e persone di serie B, le prime con tutti i diritti, le altre senza.
Oggi la giustizia italiana ha detto che tutto ciò è illegittimo.
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