La Terra lancia il suo SOS ma solo i ragazzi lo raccolgono. Cronaca di un incontro del Festival dei Diritti Umani

di Danilo De Biasio

Quando il primo giorno dello Youth4Climate Greta Thunberg va davanti al microfono – scherzando sulla sua altezza perché spunta solo la testa dal leggio – si capisce che per i funzionari in grisaglia butta male. «Siamo stanchi dei vostri bla bla bla. Non avete fatto nulla. State ipotecando il nostro futuro». La giovane svedese ha dettato l’agenda: basta con i “bla bla bla” degli adulti, intesi come classe dirigente che si è svenduta alla ricerca del profitto facile, sporco ed energivoro.

“Bla bla bla” era scritto nei cartelli portati in piazza da migliaia di giovani; è una formula usata anche dal riluttante padrone di casa, quel Ministro Cingolani, che ha dovuto difendersi dicendo che non è stato il vertice del “bla bla bla”.

E pensare che dovevano essere i giovani i soggetti deboli. I mass media ci hanno provato: prima dicendo che Vanessa Nakate, giovane ugandese, “faceva ombra” a Greta Thunberg manco fosse un concorso di Miss Mondo; poi dicendo che questi ragazzi non forniscono soluzioni, come se dipendesse da loro e non dai governi stabilire le politiche energetiche; infine accusandoli di essere utopisti.

E invece le loro affermazioni sono tutte ragionevolmente radicali. I 400 delegati dello Youth4Climate arrivavano da tutto il mondo, molti dalle zone che rischiano più di altre la crisi climatica. Alcuni erano laureati, altri erano generosi attivisti. Come Ella Simons, quindici anni, da Melbourne, occhialoni da miope e superenergetica. Lei è stata la protagonista degli appuntamenti del Festival dei Diritti Umani…ma ci arriveremo tra poco, prima vale la pena di accennare alle conclusioni che i giovani di Youth4Climate hanno presentato alla PreCop26:

1) portate i giovani nelle “stanze dei bottoni”, dove si prendono le decisioni sul clima.

2) fate tutto ciò che è  possibile per non far salire la temperatura oltre il grado e mezzo; e per riuscirci coinvolgete le popolazioni indigene, le uniche che sanno vivere in armonia con l’ecosistema.

3) tutte le imprese private rinuncino entro il 2030 all’uso dei combustibili fossili.

4) la scuola e i media devono trovare i modi più efficienti per spiegare cos’è la transizione ecologica, appoggiandosi a ciò che dicono gli scienziati, non i negazionisti.

 

Cosa c’è di assurdo o egoista in queste proposte? Potevano essere presentate anche dagli adulti? Certo, il problema è perché non ci hanno pensato. La divaricazione giovani preoccupati per il futuro e adulti tutti intenti nei loro “bla bla bla” è da imputare quasi tutta a questi ultimi, incapaci di resistere alle lobby, convinti di poter perpetuare un sistema di produzione che premia pochi e devasta molti.

I giovani di Youth4Climate, le migliaia di ragazzi e ragazze che hanno fatto cortei in tutto il mondo, hanno parlato chiaro. Le loro proposte sono lì, nero su bianco. Se la Cop26, il vertice sul clima con tutti i leader mondiali, non ne terrà conto saprete perché le tante Greta Thunberg hanno ragione ad accusare governi e imprese governati da adulti di fare solo “bla bla bla”.

 

Torniamo a Ella Simons, la più giovane delegata al summit di Milano. Quindici anni, nei suoi profili social, si vede con la divisa della scuola che frequenta in Australia, mentre attacca manifesti per il climate strike, sul palco della manifestazione e mentre fa picnic con gli amici. Una ragazza come tante. Che si è fatta 16mila km per provare a salvare il pianeta. Oltre alla sua partecipazione allo Youth4Climate due punti fermi: la mamma che l’ha accompagnata, e l’invito del Festival dei Diritti Umani.

Abbiamo pensato infatti che fosse importante facilitare un confronto con i suoi coetanei italiani. Senza adulti: qualche sedia messa in circolo e un’ora a ruota libera. Tanto parlano la stessa lingua: l’urgenza di fermare la devastazione della Terra. 

L’incontro è avvenuto al Tempio del Futuro Perduto, dove era stata organizzata da Extinction Rebellion una mostra di opere d’arte che provano a rispondere a questa domanda: come si può comunicare anche agli scettici l’importanza della crisi climatica? Insieme a noi il Festival Internacional de Cine de Derechos Humanos, Festival Internacional de Cine Ambiental e Voice Over Foundation.