Made in Europe: i corridoi umanitari riguardano tutto il continente

I corridoi umanitari possono essere una soluzione parziale ma efficace contro il traffico di carne umana. Lo abbiamo ribadito il 28 e 29 novembre nella tappa torinese del Festival dei Diritti Umani 2019. Ma perché possano funzionare ancora meglio occorre che i corridoi umanitari diventino un tema europeo: è quanto la Chiesa Valdese e la Comunità di Sant’Egidio hanno chiesto il 10 dicembre a Bruxelles, agli europarlamentari. Qui sotto trovate la cronaca dell’incontro pubblicata su chiesavaldese.org che ringraziamo.

La foto – scattata da Leonardo Brogioni – rappresenta un momento del Festival dei Diritti Umani, quando l’operatore umanitario di Mediterrean Hope spiegava il suo lavoro. 

«È venuto il tempo di agire e siamo fiduciosi che una nuova alleanza tra persone coraggiose e visionarie – provenienti dal mondo delle istituzioni così come dalla società civile e dalle chiese – possa fare la differenza». Con queste parole ha aperto il suo discorso al Parlamento europeo, oggi 10 dicembre, la moderatora della Tavola Valdese Alessandra Trotta durante un importante incontro volto a presentare ufficialmente un documento sulla proposta urgente di istituire corridoi umanitari europei. L’obiettivo è di aprire un canale di ingresso legale e sicuro dalla Libia e dai Paesi vicini verso l’Europa, sulla scorta di quanto già realizzato in Italia e in altri Paesi europei. Indirizzati a profughi in condizioni di vulnerabilità, i corridoi umanitari sono stati lanciati anche in Francia, Belgio e Andorra. Il progetto può essere considerato un modello per l’accoglienza in Europa.

«Siamo qui per sottolineare l’importanza di un nuovo approccio europeo alle migrazioni globali – ha proseguito Trotta -. L’idea di una “fortezza europea” non è solo vana e irrealistica ma tradisce la storia e il genio di un primato europeo a favore dei diritti umani». I corridoi umanitari, frutto della collaborazione ecumenica fra cattolici e protestanti, sono regolati in Italia da un Protocollo d’intesa firmato il 15 dicembre 2015 e sottoscritto dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dal Ministero degli Interni, dalla Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (FCEI), dalla Tavola Valdese e dalla Comunità di Sant’Egidio. 

L’incontro al Parlamento europeo, organizzato e voluto dai promotori di questa esperienza solidale ed ecumenica, è stato ospitato dal vicepresidente dell’Europarlamento Fabio Massimo Castaldo. Tre i punti-chiave della proposta: la richiesta al governo italiano di porsi come capofila di una cordata di Paesi UE coinvolti nell’iniziativa; la collaborazione operativa con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati per preparare i beneficiari dei corridoi umanitari al percorso che dovranno fare nei paesi di accoglienza; la partecipazione della società civile e delle chiese nella fase dell’accoglienza e dell’integrazione dei beneficiari.

Oltre alla moderatora Trotta all’iniziativa hanno partecipato la viceministra degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Emanuela Claudia Del Re, l’eurodeputato Fabio Massimo Castaldo, rappresentanti della FCEI, della Comunità di S.Egidio, di UNHCR, della Commissione Europea e delle chiese europee. 

“Siamo qui per portare la voce di una chiesa che ha patito persecuzioni e violenza – ha concluso Trotta-. In passato migliaia di Valdesi dovettero trovare rifugio in Svizzera e in altri Paesi. Sopravvissero grazie alla solidarietà della gente, dei governi liberali e delle persone comuni che li accolsero e li ospitarono. Questo passato parla al nostro presente: per noi “rispettare e accogliere lo straniero” non è solo un imperativo biblico. È l’approccio etico che sottoponiamo al dibattito pubblico e alle nostre istituzioni»