Podcast: i giovani hanno molto da dire, basta ascoltarli.

I podcast: che fantastica occasione per raccontarsi e per conoscere divertendosi! È la prima reazione all’ascolto dei lavori prodotti dagli studenti e dalle studentesse che hanno partecipato al nostro progetto per l’anno scolastico 2020/21 “A Scuola di Diritti Umani – versione DAD”.

Potete giudicare voi stessi, ascoltando la cinquantina di podcast prodotti. Il progetto è molto semplice: abbiamo proposto ai docenti e agli studenti di descrivere cosa intendono per diritti umani e se hanno un punto di riferimento che sentono particolarmente vicino. Seguiti – ahinoi solo a distanza causa covid – da Shareradio, un pool di “radiofonici” abituati a lavorare con gli adolescenti. 

Il risultato è stato entusiasmante: chi ha scelto il racconto in prima persona e chi ha usato il metodo della “vox pop”, chi ha recitato e chi ha intervistato esperti e personaggi famosi. In ogni caso un’immersione vera nel mondo giovanile, così diverso dai cliché che leggiamo sui media. Brividi lungo la schiena quando una ragazza dell’IP Modugno di Conversano ha raccontato la sua esperienza in una comunità familiare. Complimenti al Liceo Agnesi di Milano che ci ha fatto scoprire la storia poco conosciuta dell’avvocata ciadiana Jacqueline Moudeina. Per raccontare Banksy il Liceo Porta di Monza ha parlato della street art con Marracash. Il Liceo Giordano Bruno di Roma ha costruito quasi un’enciclopedia sulla violenza contro le donne. E che dire della naturalezza con cui una ragazza, raccontando del suo amore per un’altra ragazza, ha spiegato che «l’amore è uno solo, non importa per chi lo provi e con chi lo fai»? Questi podcast, realizzati per il progetto “A Scuola di Diritti Umani” sono dunque preziosi, perché sono uno spaccato veritiero di una generazione che ha molto da dire, basta saper ascoltare. 

 

Danilo De Biasio